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OldetaIl colloquio di ieri con un assessore gianguidizzato, cordiale, anche simpatico, ma di fatto totalmente decerebrato per quanto attiene le scelte amministrative, ha sciolto il nodo. Teramo ancora per due anni non si risolleverà. E tra due anni potrebbe essere tardi. Il generoso gettone che ricevono gli assessori a fine mese li vincola ad un patto di ferro con il monarca “iroso e irascibile” . Oramai nei fatti ad amministrare la città c’è un solo uomo al comando che – vedi la vicenda dei cordoli come sulla sicurezza – sa bene che parte della maggioranza è contro le sue scelte, ma va avanti da solo tra promesse inverosimili, foto, compleanni della nonnetta, ritardi e bugie, per paura di perdere la faccia mentre le elezioni – sua ultima chance - si avvicinano. In modo particolare temendo agguati dal Pd dove la maretta è alta. Così la città gianguidizzata, martirizzata, offesa da questa gestione patronale è oramai priva di programma, prospettiva, futuro. Hanno ragione Marcello Olivieri, Sandro Standolie “Memè” Bucciarelli che tuonano sui social. Nell’indifferenza dei più Teramo è oggi un capoluogo decadente che perde ogni giorno centralità, potere nelle scelte, funzioni regionali, ma perde soprattutto la sua “assicurazione sulla vita:la partecipazione degli abitanti alle scelte. Le persone che in una città vivono, lavorano, studiano, consumano e fruiscono dei servizi sono i veri e unici padroni della città. Tra questi, sono moltissimi giovani (se possono) che partono e non vogliono tornareDecretando la morte di un luogo. Tutto ciò si traduce in una perdita di peso politico, in una contrazione di flussi finanziari, in una sofferenza economico-gestionale dei servizi essenziali, dall’istruzione alla cultura e al tempo libero.
Un quadro, come si dice, a tinte fosche
. Che peccato! Con la valanga di soldi che sono arrivati in città avremmo potuto pensare allari-costruzione di una città punto di riferimento per l’intero Abruzzo in grado di migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti, di tutti gli abitanti non solo degli amici degli amici del monarca – in grado di costruire progetti di ampio respiro tali da saldare i rapporti tra il Capoluogo e la meravigliosa Provincia. UNICA IN ITALIA ricca di montagne e mare e turismo e gastronomia e tradizioni . Tante ricchezza da mettere al servizio dell’università, delle grandi strutture culturali, guardando agli abitanti del territorio teramano tutto come a un’unica, grande comunità. Che peccato! Un sindaco che fa una ciclabile dove non ci entra, farà la fine di quella cialtronata  delle strisce rosse a piazza Garibaldi e sarà smantellata al primo incidente. E un Presidente  della Provincia che risponde con una bella ciclabile verso il mare per bastonarlo ancora una volta.  Che peccato! Il fatto è che lasciando da parte le scempiaggini del 2024  dall’inizio è dell’anno è tutto un precipitare  della nostra città che ha perso il suo ruolo di capoluogo di Provincia ed è del tutto assente in Regione. La città è depressa, non ha animo, né forza e né voglia, si trascina: distratta e rassegnata. Il commercio è in un buco nero e tra spese e tasse la cosa sta diventando molto ma molto seria. Ma soprattutto sono i cittadini i grandi assenti. E invece spetta a loro il ruolo di promotori di una nuova città  con la medesima identità. Lavorando sulle idee perchè il continuo, progressivo, abbassamento del livello della qualità della vita si arresti per poi risalire sotto la spinta della voglia di rinascita; del miglioramento delle strutture e dei servizi pubblici; della razionalizzazione del traffico e della mobilità; della rianimazione culturale attraverso l’interazione con l’università, della valorizzazione del verde pubblico attrezzato; del coinvolgimento strutturale degli artisti e degli intellettuali locali nella ricerca e nella proposizione del bello; della esaltazione delle pubbliche funzioni. E’questa la sfida che torno a rilanciare. E’ questo il mio impegno, dal mio amore, per la mia città. Con speranza. Nei fatti.
Leo Nodari