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ErtiopLa foiba di Basovizza è un luogo sacro, un monumento nazionale, da onorare con il silenzio e con la preghiera. Oltraggiare Basovizza, per di più con scritte ripugnanti che richiamano a pagine drammatiche della nostra storia, non vuol dire solo calpestare la memoria dei martiri delle foibe ma significa oltraggiare la nazione intera. Ciò che è accaduto - chiude la presidente del Consiglio - è un atto di gravità inaudita, che non può restare impunito». "Scritte oltraggiose alla foiba di Basovizza fanno male sempre ed Ã¨ ancora più significativo che vengano rinvenute il giorno in cui si celebra l'inaugurazione della Capitale europea della cultura, quella capitale che sancisce un ulteriore passo verso l'amicizia tra popoli". Commenta così l'assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti l'oltraggioso gesto compiuto da ignoti e rinvenuto oggi in uno dei luoghi simbolo del ricordo per le famiglie degli infoibati. "Se grandi passi in questo senso sono stati compiuti negli anni - ha aggiunto l'esponente dell'esecutivo Fedriga - è evidente che tanto ancora deve essere fatto. Credo sia indispensabile che oltre al lavoro delle Forze dell'ordine per individuare e punire i responsabili, tutta la comunità dilingua italiana e slovena si adoperi per isolare sempre più chi incita ad un periodo storico drammatico, che ha sporcato con il sangue di tanti innocenti italiani, sloveni e croati la dura roccia carsica". ARC/ALBasovizza "non è solo un monumento di pietre e ferro, è una grande tomba, 500 metri cubi di cadaveri, di fronte a cui ci può essere solo pianto, silenzio e rispetto", ha continuato Menia. "Il rispetto dei morti segna il corso di una civiltà, la nostra tradizione, italiana e cristiana, ci ha insegnato la Pietas: chi non la ricobosce è un barbaro sprofondato nell’abisso della vergogna e dell’odio. Singolare che ciò avvenga nello stesso mattino in cui si celebrano Gorizia-Nova Goricacapitale europea della cultura alla presenza dei presidenti della Repubblica italiano e sloveno. Come Trieste anche Gorizia fu sottoposta all’orda sanguinaria titina nel maggio-giugno 1945: chissà se, di fronte al monte Sabotino che domina le città e su cui oggi, non 80 anni fa, è ancora scritto a caratteri cubitali TITO, si troverà lo spazio per condannare l’ incultura, l’inciviltà e la ripugnanza dell’atto di Basovizza”, ha aggiunto il vicepresidente della commissione Esteri e Difesa. n vile atto di vandalismo, la scorsa notte, ha colpito la foiba di Basovizza. Proprio nei giorni che precedono il 10 febbraio, Giorno del Ricordo, sono comparse scritte offensive in lingua slava, tracciate con vernice rossa. Un gesto, questo, vergognoso e inaccettabile, che offende il ricordo delle vittime e ricorda come sia ancora difficile il raggiungimento di una memoria condivisa in merito a una pagina sanguinosa e buia della storia. “Non denunciavo a caso che si stesse avvelenando il clima verso - e soprattutto contro - ilGiorno del Ricordo dei martiri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata. Dopo giorni di dichiarazioni negazioniste, dileggi gratuiti e lapidi divelte, ora si è colpita la foiba di Basovizza, monumento nazionale, insozzata e violentata di scritte oscene e ributtanti tra le quali spicca il motto slavo “Trst je naš”, cioè 'Trieste è nostra', quello che usavano i titini 80 anni fa, quando occuparono la città e la proclamarono annessa alla Jugoslavia seminando morte e terrore", ha dichiarato il senatore Roberto Menia, triestino, vicepresidente della commissione Esteri e Difesa.

Leo Nodari