Oramai nei fatti ad amministrare la città c’è un solo uomo, un uomo solo. Un uomo “iroso e irascibile” che mette a tacere i suoi solo con il ricco gettone e la paura di mandarli a fare quello che facevano prima. Poco. Ma governa un nido di vipere e lo sa. Accanto a lui ha messo persone incapaci per poterle dominare ma ora che avrebbe bisogno di una mano non trova nessuno all’altezza dei problemi, tanti, che vive la città. E lo sa. A dirlo sono gli stessi assessori che vivono la città e sentono i commenti della gente su questa amministrazione. Vedi la vicenda dei cordoli come sulla sicurezza. Gianguidius sa bene che parte della maggioranza è contro le sue scelte, ma va avanti da solo. Del resto i re barbari che distruggevano le città non ascoltavano nessuno. Nessuno gli crede. Per risalire la china non gli resta che la bella stagione per buttare nel cesso un’altra valanga di soldi e farsi due foto. Una consigliera sveglia e capace come la Fantozzi,lo svergogna e non gliele manda a dire. Una ragazza preparata con i ldna di marca come la Maranella lo abbandona. Ora Gianguidiusè nudo, ha paura di non riuscire ad arrivare a marzo 2027 per presentarsi alle elezioni politiche. Nell’indifferenza dei più Teramo è oggi un capoluogo decadente che perde ogni giorno centralità, potere nelle scelte, funzioni regionali, ma perde soprattutto la sua “assicurazione sulla vita”: la partecipazione degli abitanti alle scelte. Le persone che in una città vivono, lavorano, studiano, consumano e fruiscono dei servizi sono i veri e unici padroni della città. Tra questi, sono moltissimi i giovani (se possono) che partono e non vogliono tornare. Decretando la morte di un luogo. Tutto ciò si traduce in una perdita di peso politico, in una contrazione di flussi finanziari, in una sofferenza economico-gestionale dei servizi essenziali, dall’istruzione alla cultura e al tempo libero. Con la valanga di soldi che sono arrivati in città avremmo potuto pensare allari-costruzione di una città punto di riferimento per l’intero Abruzzo in grado di migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti, di tutti gli abitanti di una città ricca di montagne e mare e gastronomia e tradizioni tali da creare flussi turistici unici in Abruzzo. Mentre non siamo neppure nelle rotte del Giubileo con i suoi 40 milioni di turisti. Teramo ha grandi potenzialità e se governata bene avrebbe tante ricchezza da mettere al servizio dell’università, delle grandi strutture culturali. Invece dall’inizio dell’anno è tutto un precipitare. La città è depressa, non ha animo, né forza e né voglia, si trascina: distratta e rassegnata. Il commercio è in un buco nero e tra spese e tasse la cosa sta diventando molto ma molto seria. Ma soprattutto sono i cittadini i grandi assenti. E invece spetta a loro il ruolo di promotori di una nuova città con la medesima identità. Lavorando sulle idee perchè il continuo, progressivo, abbassamento del livello della qualità della vita si arresti per poi risalire sotto la spinta della voglia di rinascita; del miglioramento delle strutture e dei servizi pubblici; della razionalizzazione del traffico e della mobilità; della rianimazione culturale attraverso l’interazione con l’università, della valorizzazione del verde pubblico attrezzato; del coinvolgimento strutturale degli artisti e degli intellettuali locali nella ricerca e nella proposizione del bello; della esaltazione delle pubbliche funzioni. E’questa la sfida che torno a rilanciare. E’ questo il mio impegno per la mia città.
Leo Nodari