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Habemuspapam: è l'americano Robert Prevost. Si chiamerà Leone XIV. Robert Francis Prevost è stato eletto nuovo Papa, scegliendo il nome di Leone XIV. È il 267° pontefice nella storia della Chiesa, il primo statunitense, con origini italiane, francesi e spagnole. Attualmente ricopre la carica di arcivescovo di Chicago, città in cui è nato. Ha 69 anni.Le prime parole: “La pace sia con tutti voi”. Papa Prevost è un agostinianoe segue dunque lregola agostinianache organizza e orienta la vita sulla base dei consigli Evangelici di povertà, castità, obbedienza E’unafigura di spicco nella Chiesa cattolica contemporanea di compromesso, con un profilo internazionale per unire diverse sensibilità all'interno della Chiesa.Scelto da Francesco come prefetto del Dicastero per i Vescovi, un incarico strategico poiché responsabile della nomina dei vescovi in tutto il mondo. E’ membro di sette dicasteri vaticani, segno della fiducia che Papa Francesco riponeva nella sua competenza amministrativaIl 30 settembre 2023 Francesco lo ha creato cardinaleperché molto vicino alla visione di Papa  in materia di ecologia, attenzione ai poveri, e disponibilità all’incontro con le persone nella loro realtà. Lo scorso anno dichiarò: “Un vescovo non dovrebbe comportarsi come un piccolo principe nel suo regno”. Ha sostenuto la svolta pastorale voluta da Francesco ma più cauto rispetto al pontefice nell’approccio alla comunità Lgbtq, l'ordinazione delle donne e le unioni omosessuali.Il suo pontificato, come per Papa Francesco sarà segnato, sin dalla scelta del suo nome, successore di Leone XIII il Papa delle encicliche (86)per superare l’isolamento della Chiesa, èricordato nella storia come pontefice che ritenne che fra i compiti della Chiesa rientrasse anche l'attività pastorale in campo sociopolitico.La sua più famosa enciclica fu la Rerum Novarum, con la quale si realizzò una svolta nella Chiesa cattolica, ormai pronta ad affrontare le sfide della modernità come guida spirituale internazionale. In questo senso correttamente gli fu attribuito il nome di papa dei lavoratori e di papa sociale scrivendo la prima enciclica esplicitamente sociale  e formulò quindi i fondamenti della moderna dottrina sociale della Chiesa. Certo non possiamo aspettarci un pastore che si sporca le mani, che si piega sulle miserie umane. Credo però che nel pontificatola parola chiave sarà “misericordia”. Che poi èil messaggio più radicale di Gesù che, citando il profeta Osea, afferma: “misericordia io voglio, non sacrifici” (Mt, 9,13). Non si tratta ovviamente di una semplice esortazione moraleperché il perdono e l’amore, ai quali la figura della misericordia rinvia, rompono drasticamente con il passato “punitivo” della Chiesa e il peccato, in questa prospettiva, non è una macchia indelebile, ma una condizione umana che può essere attraversata, compresa e pienamente accolta. È il peccato di Pietro che rinnega, di Tommaso che dubita, di Saul che perseguita. E’ il peccato che può essere sempre convertito in un nuovo inizio. E’ l’acqua putrida che nelle nozze di Cana diviene vino sublime. E’ il paralitico che si rialza dopo che per anni la sua vita era rimasta bloccata senza speranza. In questo senso Leone XIV forse è stato scelto dallo Spirito Santo per fara da testimone del nuovo volto della Chiesa di Francesco, per dirla con Levinasper incarnarsi nel volto dell’Altro, nell’appello incondizionato alla fratellanzaCome insegna la parabola evangelica del buon samaritano la fede non è l’adesione ad un dogma, ma la cura della ferita. E’ l’immagine della Chiesa “fuori” proposta da Francesco. Ma è anche l’immagine del suo stesso corpo malato, costantemente in bilico tra la vita e la morte, il suo modo obliquo e zoppicante di muoversi nello spazio, la sua gestualità fraterna, il suo senso gioioso dell’umorismomostrando senza riserve la sua fragilità. Sono convinto che Leone XIV di questa misericordiaevangelica si fa testimonattivocontinuando a mettere innanzitutto in crisi la struttura asettica del potere. Chi invoca la purezza della dottrina, chi difende la rigidità delle regole senza avere comprensione del senso profondo della Legge, chi vorrebbe una Chiesa fondata sulla rigida distinzione tra i giusti e gli ingiusti, non può che percepire anche questo nuovo Papa come una vera e propria perturbazione. Leone XIV non sarà il pontefice che rassicura, ma quello che interroga, sarà Gesù che si china sui peccatori, mangia e beve con i pubblicani, guarisce nel giorno di sabato, scandalizza i benpensanti, frequenta le prostitute, sta con i poveri e i diseredati.  Leone XIV sarà il Papa della misericordia, proclamerà il cuore del cristianesimo nonla difesa di una fortezza vuota, ma il movimento estatico dell’uscita da se stessi, la vertigine dell’incontro, l’impatto duro con l’alterità dell’Altro. E sarà il nuovo vero scandalo di una Chiesa che non può più tornare indietro: un Papa che indossa le vesti del nostro prossimo, di chi ci è veramente accanto.

Leo Nodari