Il Commissario comunale Luigi Pizzi risponde a Certastampa. E lo fa con la moderazione che abbiamo imparato a riconoscere nei suoi comunicati, definendo, stavolta, “totalmente inesatte” le notizie sulle indennità percepite. Noi di certastanpa, ieri, in QUESTO articolo avevamo, infatti, fatto due conti sui costi della gestione commissariale, scoprendo che, più o meno, il commissario ci costa la metà di Brucchi. Solo che il commissario è solo (o quasi), Brucchi aveva uno staff, sei assessori e tutto un Consiglio Comunale.
Ma il Commissario dice che le nostre sono notizie “totalmente inesatte”
Leggiamo il comunicato di Pizzi:
“Ai fini di una corretta informazione dell'opinione pubblica, stante anche l’avvenuta diffusione di notizie totalmente inesatte al riguardo, si precisa che le indennità percepite dal Commissario Straordinario del Comune di Teramo, Prefetto dottor Luigi Pizzi, e dai due sub-commissari, dott. Edoardo D'Alascio e dott.ssa Chiara Fabrizi, ammontano a un totale mensile lordo di € 10.448,09. In particolare, il Commissario Straordinario percepisce una indennità mensile lorda di € 4.749,13 per un netto mensile di € 2.547,75. In totale, quindi, la gestione commissariale ha un costo mensile di € 10.448,09, a fronte del costo totale della amministrazione ordinaria precedentemente in carica pari a € 30.922,42 mensili lordi, di cui € 20.492,30 per le indennità del Sindaco e dei componenti la Giunta e € 10.430,12 per il personale componente lo staff del Sindaco, decaduto all’atto dell’insediamento del Commissario. Quanto sopra, senza tener conto delle ulteriori indennità che venivano erogate ai Consiglieri Comunali”.
Chiaro, no? Del resto, avevamo chiesto chiarezza e chiarezza... non abbiamo avuta. Il Commissario verga il suo "totalmente inesatte" e tanto basta. Eppure, noi eravamo stati gentili, nel chiedere spiegazioni. E sui numeri. Che non erano i nostrii. Così, adesso bisognerà spiegare alla Ragioneria generale dello Stato che i suoi conti sono sbagliati. Quelli pubblicati ieri da certastampa, infatti, non sono conti nostri, ma della massima autorità italiana in tema di conti pubblici, che non li elabora sulla base di congetture o comunicati stampa, ma sulla base dei flussi di tesoreria. Insomma, sui soldi realmente usciti dalle casse dei Comuni. E il Comune di Teramo, nei primi tre mesi del 2018, per il capitolo “Indennità organi istituzionali dell’amministrazione” ha speso 51.522 euro a fronte dei 128.794 spesi nel primo trimestre del 2017, con Brucchi regnante.
Adesso chi lo spiega alla segreteria generale che Commissario e sub commissari ci costano 10.488,09 euro mentre noi nel solo mese di marzo 2018 ne abbiamo pagati 26.203,41?
Ora, aspettiamoci il prossimo comunicato del commissario, che di certo smentirà anche la Ragioneria generale dello Stato (magari, dettagliando cosa abbiamo pagato con quei 26mila e rotti euro a marzo)… a proposito, se non vuole scriverci, può anche telefonare, visto che tanto ormai col telefono non badiamo più a spese: nel primo trimestre del 2017 (in piena emergenza terremoto), il Comune di Teramo (Brucchi & c) ha speso in telefonini 35.388 euro e nulla in telefonia fissa, mentre nel primo trimestre del 2018 (col Commissario e sub) la spesa è stata di 49.240 euro in telefonini e 17.139 in telefonia fissa. Ovvero 66.379.
E adesso chi glielo dice alla Ragioneria generale dello Stato che, di certo, anche queste saranno notizie totalmente inesate?