“Durissimo colpo per l’Amministrazione Ginoble-Di Girolamo – dichiara l’ex primo cittadino rosetano e attuale Capogruppo di “Avanti per Roseto-Roseto al Centro”, Enio Pavone – il TAR Abruzzo ha infatti accolto il ricorso sottoscritto da tutti i Consiglieri comunali di minoranza e dai rappresentanti dei balneatori e degli albergatori della Città di Roseto degli Abruzzi”.
“Voglio ringraziare innanzitutto gli avvocati Francesco Camerini ed Anna Rossi che hanno magistralmente rappresentato e fatto valere le nostre ragioni, così come voglio dire grazie ai rappresentanti delle associazioni dei balneatori e degli albergatori che con coraggio, dote purtroppo non comune di questi tempi, hanno sostenuto la battaglia su questo argomento insieme alle forze di opposizione” prosegue Pavone.
“Ribadisco la mia non contrarietà all’istituzione dell’imposta di soggiorno, ma a condizione, come più volte dichiarato, che questa venga introdotta su tutta la costa teramana, condizione essenziale e sulla quale si stava ragionando con gli altri comuni quando ricoprivo il ruolo di primo cittadino, elaborando un regolamento uniforme che disciplini le modalità e gli importi dell’imposta stessa in maniera che i turisti trovino le medesime condizioni in ognuno dei sette comuni della costa teramana” prosegue il Capogruppo di “Avanti per Roseto-Roseto al Centro”. “Altra condizione era ed è che questa scelta venga condivisa insieme agli operatori del settore e che le delibere vengano adottate nel rispetto delle leggi e dei regolamenti comunali”.
“L’arroganza, il disprezzo del regolamento del Consiglio Comunale e la compressione dei diritti dei Consiglieri comunali di minoranza, argomenti su cui più volte mi sono battuto in Consiglio comunale e attraverso pubbliche ed inascoltate denuncie, sono stati purtroppo la normalità nella gestione dei Consigli da parte del Presidente Teresa Ginoble e, con sommo piacere, voglio sottolineare come prorpio questi sono stati i presupposti fondamentali su cui il Tribunale Amministrativo Regionale Abruzzo ha basato la propria sentenza favorevole ai ricorrenti” sottolinea Enio Pavone.
“I dettagli e le motivazioni sono riportati nella sentenza, ma la sintesi sostanziale è che mancava il parere dei revisori dei conti sui 472 emendamenti presentati dalle opposizioni e gli stessi emendamenti dovevano essere votati e dibattuti uno per uno, cosa che invece la presidenza del Consiglio comunale non permise. Mi auguro – conclude Pavone – che questa sonora “scoppola” a danno dell’immagine della nostra Città faccia comprendere al Sindaco, Sabatino Di Girolamo, al Presidente del Consiglio Comunale, Teresa Ginoble, e a tutta all’Amministrazione monocolore Pd che ci governa che le leggi ed i regolamenti vanno rispettati sempre e comunque, che la gestione di un’assemblea elettiva ha le sue regole che non possono essere prevaricate, che i Consiglieri comunali di opposizione devono svolgere il ruolo previsto dalla legge ed i loro diritti non possono essere ripetutamente calpestati”.