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RUZZORETI2Ancora una volta la scelta scellerata di esternalizzare, affidando al privato attività fondamentali nell’ambito di una società interamente pubblica che gestisce un servizio pubblico essenziale  e di primaria necessità, sta producendo aberrazioni inaccettabili, come il costo esorbitante dell’acqua.

La Ruzzo Reti sta recapitando a numerose famiglie di tutta la provincia di Teramo bollette che prevedono il pagamento di somme elevatissime.

Grottesco, se si considera che i referenti politici nazionali degli amministratori della società acquedottistica gridano a gran voce, dando sfogo a tutto il becero repertorio del populismo sovranista, la cancellazione delle cartelle esattoriali.

Gli importi giganteschi richiesti in pagamento costituirebbero il conguaglio sui consumi effettuati a partire dal 2018.

L’azienda, con una operazione tutt’altro che trasparente ed esclusivamente orientata a far cassa, avrebbe avviato, dopo anni di colpevole inerzia, una lettura dei contatori massiccia e generalizzata.

Colpevole, perché la Ruzzo Reti, in forza di quanto prescritto dalla Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) avrebbe dovuto procedere alla lettura dei contatori almeno due volte l’anno.

Anni di silenzio, di incuria, di sonno, di abbandono del territorio, in cui la società è precipitata, hanno prodotto lo stato di profonda difficoltà in cui versa oggi e confezionato la mazzata economica piovuta improvvisamente sulle spalle dei cittadini.

Un mazzata resa ancora più grave dalla pesante crisi economica e occupazionale determinata dalla perdurante pandemia da covid-19.

A tutto questo, va aggiunta la beffa di una società incapace di rispondere ai cittadini, che li costringe all’umiliazione di stancanti attese davanti agli uffici, che li espone al rischio di contagio per gli assembramenti che inevitabilmente rischiano di crearsi.

Quanto sta succedendo, mette in evidenza almeno due aspetti: uno di carattere generale; l’altro più legato alla vicenda in parola.

Da un lato, la dissennata gestione dell’acqua da parte di una Governance con velleità manageriali “spinte” che evidentemente non ha alcun rispetto del bene comune-acqua e della comunità che dovrebbe al contrario servire, dimostrando ancora una volta il disprezzo verso una “vera” gestione pubblica dell’acqua, efficiente, efficace e trasparente nel rispetto dei principi di eguaglianza e di universalità dei beni essenziali.

Dall’altro lato, le ingenti somme chieste a conguaglio per consumi mai rilevati dall’azienda acquedottistica, con colpevole responsabilità delle medesima, svelano modalità di gestione di un servizio essenziale, oscure ed in spregio dei diritti dei cittadini alla corretta e chiara informazione, responsabilità che la magistratura dovrebbe indagare.

Infine, vi è da segnalare come in ordine a questa inquietante storia faccia un insopportabile rumore, l’assordante silenzio dei sindaci.

Nell’interesse delle comunità amministrate, i sindaci dovrebbero convocare nei rispettivi consigli comunali gli amministratori della Ruzzo Reti per imporre loro i necessari chiarimenti in ordine a quanto sta succedendo e che chiedere conto delle scelte che intendono assumere per rimediare al disastro compiuto.

La Federazione Provinciale di Teramo del PCI