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osvaldoditeodoroLe brutte figure che sta collezionando l’Amministrazione comunale sulla procedura di revisione del PEF di gestione dello Stadio comunale “G. Bonolis” hanno delle precise responsabilità. Il sindaco ha accompagnato e supervisionato la procedura di cessione da Cantagalli a Soleia già dal 2019 e sin dallo scorso dicembre aveva chiaro il piano economico-finanziario di variazione della Convenzione Rep. n. 5426/2006, in quanto già formalizzato dalla società proponente al Comune.

Perchè allora ci si è ridotti a protocollare i documenti definitivi soltanto il 7 giugno, confidando che non ci fossero intoppi procedurali, sebbene nessuno avesse mai potuto discutere nel merito di una operazione di lunghezza e consistenza epocali?

La responsabilità è dei tre sindaci: il sindaco formale, Gianguido D’Alberto, che con colpevole leggerezza non ha mai sottoposto al confronto la proposta di revisione avanzata dalla società concessionaria, ma anche degli altri due sindaci “Tutor”, Giovanni Cavallari e Mauro Di Dalmazio, i quali hanno sottovalutato sia la bomba sociale che sarebbe potuta esplodere quando si parla di una materia incandescente come la passione sportiva, sia la totale assenza di una trattativa volta a pretendere un riequilibrio possibile fra gli interessi privati e quelli pubblici.

I due sindaci “Tutor”, che si vantano delle proprie competenze e delle proprie capacità strategiche, non giungono mai a prendere decisioni e ad assumere posizioni non solo sullo stadio, ma anche sugli altri fronti decisivi per il futuro della città: quello dell’ubicazione del nuovo ospedale, di chi debba costruirlo e gestirlo, come si debbano recuperare i troppi edifici vuoti che affollano la città, quali progettazioni e studi di fattibilità debbano essere avviati per dare respiro alla situazione asfittica che viviamo da troppo tempo.

La responsabilità più grande, poi, è stata quella di non avviare ipotesi di riequilibrio fra sviluppo delle periferie e sviluppo del centro storico che risulta sempre più una cenerentola, abbandonato completamente da tre anni e privo di qualsivoglia segnale di attenzione.

Le domande che sono sorte nelle ultime due settimane sulla questione dello Stadio Bonolis sono tante: Perché non si è inserita come contropartita la ristrutturazione del vecchio Stadio Comunale? Perché non si è pretesa una garanzia sul futuro del Teramo Calcio? Perché non si è effettuata una valutazione politica pubblica sulle congrue contropartite che il Comune avrebbe dovuto esigere? Perché non si è inserito il progetto di nuovo PEF in un ambito di sviluppo globale del tessuto economico, commerciale e sociale?

Grave anche non aver saputo guidare le tempistiche, perché sarebbe stato facile prevedere che arrivare a giugno, alle soglie dell’iscrizione al campionato della squadra, avrebbe sollevato dubbi e malumori sulla concatenazione fra la procedura dello stadio e la questione sportiva.

Mi auguro che ci sia la possibilità di cambiare passo, nell’interesse di tutti all’avvio di un’organica discussione e di una partecipazione reale e concreta.

Il Consigliere comunale di Italia Viva Teramo
F.to Osvaldo DI TEODORO