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foto Il Movimento 5 Stelle Teramo, in merito alle nomine effettuate dal Sindaco Brucchi per il rinnovo del Cda e del Collegio Sindacale della società partecipata Te.Am., dichiara che queste ultime sono state fatte secondo la consueta logica partitica della spartizione delle poltrone, senza condivisione con le forze di opposizione e senza tener conto minimamente dei curricula pervenuti. Lo scrivono i consiglieri: Fabio Berardini e Paola Cardelli. Recentemente, infatti, avevamo chiesto all’Amministrazione di pubblicare on line i curricula che fossero pervenuti, in modo da dare la possibilità a tutti i cittadini di valutare il merito delle nomine. Tale richiesta è rimasta senza risposta, evidenziando la volontà del Sindaco di nascondere i curricula pervenuti. Esprimiamo, inoltre, forti dubbi in merito all’opportunità della riconferma del Collegio Sindacale poiché, dalle informazioni in nostro possesso, non riteniamo che abbia assolto in modo puntuale i propri obblighi di legge omettendo di segnalare all’Assemblea le violazioni di legge circa la trasparenza amministrativa. Il Collegio Sindacale, infatti, vigila sull'adeguatezza dell'organizzazione amministrativa, contabile e sulla corretta amministrazione della società segnalando all'assemblea eventuali fatti rilevanti. Per quanto riguarda l’amministratore delegato Luca Ranalli, ci preme sottolineare che alla richiesta del nostro capogruppo Fabio Berardini di accesso agli atti questi abbia risposto con un diniego adducendo pretestuose motivazioni di intralcio all’attività gestionale della Te.Am.. Confidiamo, quindi, che con il rinnovo completo del Cda, l’amministratore delegato conceda ai consiglieri comunali tutti i documenti utili all’espletamento del proprio mandato così come riconosciuto dalla legge. Infine è da notare che l’attuale composizione del Cda della Te.Am. pare violare la legge 120/2011 “Golfo-Mosca” sull’equilibrio di genere all’interno degli organi delle società partecipate. Su tale questione il Movimento 5 Stelle consulterà immediatamente la Consob ed interrogherà il Sindaco in occasione del prossimo Consiglio Comunale. Se tale violazione fosse accertata, la Consob diffida la società interessata affinché si adegui alle proprie direttive entro il termine massimo di quattro mesi dalla diffida. In caso di inottemperanza alla diffida, la Consob applica una sanzione amministrativa pecuniaria da euro 100.000 a euro 1.000.000.