“Nessun assessore che ha tradito l’elettorato e il partito che lo ha designato in quell’importante ruolo dev’essere candidato nelle liste del centrodestra alle elezioni regionali del marzo prossimo”: è il monito di Francesco De Santis, portavoce della Lega Abruzzo, ai suoi alleati di coalizione, dopo i passaggi di diversi amministratori dalle fila del partito di Salvini ad altre forze politiche.
E’ bene che i trasformisti non abbiano più destino e ruolo politico nell’ordinamento e nella democrazia abruzzesi. Si tratta di un dibattito nazionale che va calato anche a livello regionale, perché è vergognoso ciò che è accaduto in questa legislatura nella quale, come scambisti in un privè, molti eletti della Lega si sono trasportati in Fratelli d’Italia.
Sarebbe bello sapere quante energie sono state sprecate per organizzare questo travaso, quante promesse, quanti dialoghi nel buio dei pomeriggi invernali o senza la luce che possa conservare memoria remota delle ragioni di queste acrobazie, di persone che prima si sono collocate con la Lega e adesso vanno con il partito della Meloni.
Che ne è della democrazia quando va in onda questo spettacolo della transumanza che noi eravamo abituati a vedere soltanto ad opera dei pastori e dell’economia della pecora? Quanto perde il cittadino abruzzese quando tutto il tempo viene investito per negoziare passaggi e certezze di futuri personali?
Stabiliamo un patto: che nei primi sei mesi della prossima legislatura si adotti una norma che impedisca agli eletti il transito da una lista ad un’altra. E’ una questione di coerenza, ma soprattutto di civiltà politica e democratica.
On. Luciano D’Alfonso