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Penso che sia tempo che il Comune di Teramo recuperi un rapporto istituzionale civile ed educato con la Regione e con il Presidente Marsilio, e prenda atto che le ostilità elettorali sono cessate.

Ricordo che il Presidente Marsilio ha destinato 120 milioni per l’edilizia sanitaria a Teramo, fondi congelati da 4 anni per l’incapacità degli amministratori comunali di determinare, in 4 anni, una decisione condivisa sul loro utilizzo.
Aggiungo che il Presidente Marsilio ha destinato 10 milioni per la ristrutturazione dell’ex ospedaletto di Porta Romana, dopo 40 anni di inerzie.
Inoltre, come è noto, il Presidente ha dotato di 38 milioni (a valere sul fondo di sviluppo e coesione 21/27) l’università di Teramo , che ha scelto di dividere i fondi: 20 per il primo lotto dell’ex psichiatrico e 18 per la facoltà di veterinaria.
Rispetto a un tale livello di attenzione, considero del tutto fuori luogo le costanti lamentazioni che provengono dal Comune, che peraltro vorrebbe che i fondi dell’ex psichiatrico fossero messi a disposizione prima dell’espletamento delle procedure di legge presso il Cipess e la Corte dei Conti.
Traducendo per i più distratti, le convenzioni potranno essere stipulate verosimilmente nel mese di giugno, quasi certamente prima del termine dei lavori senza fine di piazza Garibaldi.
Coloro che si lamentano sono, peraltro, gli stessi che hanno in congelatore decine di milioni di euro per la ricostruzione pubblica, da ben sei anni per la precisione, ed ancora non riescono a far partire un cantiere.
Di più: ancora non riescono neanche ad appaltare i lavori del Municipio di Teramo, della scuola Savini, della San Giuseppe e di un’infinità di altri edifici pubblici.
Sono gli stessi che hanno annunciato di aver trovato ed ottenuto i fondi per via Longo, mentendo spudoratamente, salvo poi ritrovarsi a chiederli, sette giorni prima del voto, al Presidente della Regione.
Il Comune di Teramo ha risorse ingenti per concretizzare una nuova fase della città, ha poco senso davvero chiederne di ulteriori quando quelle esistenti non si traducono in progetti esecutivi, in cantieri, in opere.

Confido sul fatto che si comprenda che la campagna elettorale è terminata, con i giusti esiti, e che l’interesse della città a rapporti istituzionali corretti e leali, prevalga sulle strumentalizzazioni di parte e soprattutto, che abbia inizio la fase della ricostruzione pubblica della città, delle scelte urbanistiche, della messa a terra delle risorse congelate da troppo tempo.
 
Paolo Gatti