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rabbuffoUna volta Teramo si fregiava del titolo: "città aperta al mondo". Ne è passato di tempo, da allora ad oggi nulla è meno adatto a descrivere Teramo che quella frase. Forse dovremmo parafrasarla così: Teramo città chiusa al mondo. Ma non solo: chiusa ai cittadini, agli ospiti, ai turisti, in spregio della tanto decantata vocazione turistica. 

I visitatori che in queste vacanze pasquali si sono avventurati nella nostra città hanno trovato tutto chiuso: musei, pinacoteche, siti archeologici ed anche molti ristoranti, caffè, pizzerie, in barba alla nostra tradizione enogastronomica che dovrebbe costituire, accanto alla storia ed alla cultura il pilastro della nostra " vocazione turistica".

Quale futuro vogliamo immaginare quali grandi opere vogliamo progettare se non siamo in grado nemmeno di offrire ai turisti una visita nella nostra città? Occorre un cambio di passo prima che Teramo muoia del tutto: perché tutti i luoghi della nostra cultura sono chiusi? Perché non si è riusciti a programmare orari turni lavori, risorse in modo da evitare che i turisti (e i cittadini) trovassero tutto ma proprio tutto, chiuso?  È importante riflettere su questo e trovare le soluzioni: ma subito perché non c'è più tempo.

Berardo Rabbuffo