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A livello economico l’Abruzzo affonda nelle posizioni più basse della classifica delle Regioni
italiane. I valori al 31 dicembre 2023, paragonati all’anno precedente, confermano che i dati
regionali sono tutti peggiori di quelli nazionali. Gli unici numeri in positivo - quelli relativi
all’export e al Pil - sono subito ridimensionati se letti in un’ottica di lungo periodo.
Entrando nel dettaglio, si nota che l’Abruzzo performa peggio del resto d’Italia quanto al numero di
imprese (0,23% contro 0,70%), di aziende artigiane (-0,43% contro 0,35%), credito (-5,63% contro
-5,13%), occupazione (1,3% contro 2,3%), popolazione (-0,21% contro -0,01%), consumi delle
famiglie (0,8% contro 1,2%) e investimenti pubblici (31,6% contro 41,5%).
Nel recente rapporto Svimez hanno fatto molto discutere i dati relativi all’export (+13,6% rispetto
allo 0% del resto d’Italia) e al Pil (1,4% rispetto allo 0,9%), Ma si tratta di valori da leggere in
diacronia: negli ultimi cinque anni l’export abruzzese è cresciuto meno della metà rispetto a quello
nazionale (14,9% contro 34,6%) ed è terzultimo in Italia; riguardo al Pil, nell’ultimo quinquennio è
cresciuto soltanto dello 0,2% contro il 3,5% italiano, valore che posiziona la regione al quartultimo
posto nel Paese.
E’ indubbio che l’economia abruzzese stia attraversando un periodo negativo, che corrisponde agli
anni in cui la Regione è stata governata dal centrodestra. Non c’è una visione di sviluppo né una
strategia industriale: ci si limita ai finanziamenti a pioggia o, nella migliore delle ipotesi, a
continuare quanto era stato avviato dal centrosinistra con il Masterplan. E’ inutile fare tavoli su
tavoli se poi non arrivano decisioni puntuali e risorse conseguenti.
Daniele Marinelli, segretario regionale del Pd Abruzzo