Rischia di vestirsi di eccezionalità, la nuova funambolica iniziativa politica che le forze d’opposizione lanceranno oggi, con la tradizionale enfasi che accompagna le loro epocali battaglie per la difesa del bene pubblico. Rischia l’eccezionalità, ma anche l’inserimento di diritto nelle pagine del Guinness dei primati, perché sarà il primo caso di raccolta di firme contro un problema che non esiste. Vero è che ognuno ha il diritto di far politica come meglio crede, anche ripetendo gli errori che hanno generato il ben noto esito elettorale, ma mortifica l’intera nostra città il fatto che il ruolo democratico dell’opposizione venga svilito in una paradossale caccia ai fantasmi. L’accorpamento delle scuole materne, contro il quale chiederanno agli atriani di sprecare l’inchiostro firmando, semplicemente non esiste. Esiste, invece, un progetto ben diverso, che prevede la possibilità di spostare gli alunni di via Risorgimento in Corso Umberto I, solo nel caso in cui l’edificio di via Risorgimento venisse considerato idoneo ad ospitare un distaccamento dei Vigili del Fuoco e non fossero invece percorribili altre due alternative in fase di analisi.
Non serve, di certo, sottolineare l’importanza della presenza ad Atri di un presidio del genere, in grado di accorciare in maniera fin troppo evidente i tempi di interventi per i quali quel tempo
recuperato può fare la differenza tra il salvare o non salvare una vita. Se così sarà, se quell’edificio sarà considerato idoneo, nessuna raccolta di firme potrà impedirci di spostare quei piccoli alunni di poche centinaia di metri, senza privarli di alcun servizio ma, al contrario, garantendo loro di crescere in una città più sicura. E’ contro questa ipotesi, contro questa razionalizzazione migliorativa, che oggi l’opposizione raccoglierà le firme, evocando come al solito lo spettro di una qualche tragedia politica, ma di fatto chiedendo agli atriani di rinunciare a un distaccamento dei vigili del fuoco pur di non fare poche centinaia di metri in più quando portano i figli a scuola. A proposito di scuola, la collezione di autografi che oggi improvvidamente comincia, servirebbe anche - così dicono gli attenti oppositori - a scongiurare la costruzione della scuola media davanti alle elementari.
Non difenderò la scelta scomodando teorie pedagogiche che esaltano il valore della contiguità educativa, mi limiterò a sottolineare lo straordinario tempismo dei raccoglitori di firme, che dopo tre anni e due campagne elettorali, nelle quali di questo progetto si è ampiamente parlato, ne “scoprono” l’esistenza solo alla vigilia dell’avvio della fase esecutiva. Mi aspetto che, da un giorno all’altro, offrano alla città una petizione contro la costruzione del Teatro o del Palazzo Ducale. Del resto, la percezione del tempo appartiene a chi quel tempo lo impegna, non a chi lo usa per organizzare l’ennesima esibizione del nulla. Il problema, è che del nulla mistificato sono veri profeti. Così come della strumentalizzazione ad arte, sfoderata con ciclica cadenza nell’offrire alla platea social qualche frammento di video, totalmente decontestualizzato, che possa dar forza alle loro teorie del dissesto.
Eppure, in tutte le possibili modalità gli è stato spiegato che le nostre amministrazioni non hanno mai creato debiti, ma che la sofferenza dei nostri conti si deve solo ai mancati incassi, problema che stiamo affrontando col ricorso ad un’azione professionale di recupero.
Invece che i miei video, se proprio non possono contenere le loro smanie esibizionistiche, li invito ad offrire al commento degli atriani tre richieste di accesso agli atti presentate dalla consigliera Del Rocino, contro interrogazioni alle quali non avrei risposto, con tanto di invio alla Prefettura e alla Corte dei Conti dove, immagino, abbiano fatto fatica a contenere l’ilarità.
La prima, alla quale avevamo invece già risposto. La seconda, nella quale chiedeva copia di un progetto esecutivo, che non esiste. La terza, nella quale chiedeva copia di una delibera del 2029, evidentemente intuendo che nel 2029 saremo sempre noi a governare la città.
Chissà, a quel punto, quante firme avranno raccolte…