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A seconda dell'andamento della
pandemia, che in Abruzzo registra una situazione sotto
controllo, e delle conseguenti necessità di ricovero dei
pazienti Covid più gravi, le 4 Asl valuteranno la possibilità di
concentrare i degenti in un'unica struttura di rianimazione, in
particolare il 'Covid hospital' di Pescara, sulla base di un
accordo - che sarà definito tra le singole aziende - che prevede
la messa a disposizione del personale necessario a garantire
l'assistenza. E' l'intesa raggiunta a Pescara nel corso
dell'incontro convocato dall'assessore regionale alla Salute
Nicoletta Verì a cui hanno partecipato il direttore del
Dipartimento regionale Sanità, Claudio D'Amario, il direttore
dell'Agenzia sanitaria regionale, Pierluigi Cosenza, il
referente regionale per le maxi emergenze sanitarie, Alberto
Albani, e i direttori generali delle Asl.
Il summit, al termine del quale nessuno ha rilasciato
dichiarazioni, ha sancito una decisa apertura alle istanze
dell'Aquila e dell'Abruzzo interno, ponendo fine alle polemiche
divampate in seguito all'iniziale 'no' di Albani alle richieste
del sindaco dell'Aquila Biondi e dello stesso Cosenza di
concentrare al covid hospital di Pescara gli 11 pazienti delle
rianimazioni covid dei vari ospedali provinciali: questo per
utilizzare il personale, specie anestesisti, far tornare a
regime l'attività di reparti e sale operatorie e smaltire le
lunghe file di attesa, in particolare di malati oncologici.
Dalla riunione è emerso che le disposizioni legislative
nazionali intervenute dopo la costruzione del Covid hospital -
214 posti di cui 40 di terapia intensiva - hanno previsto una
rete Covid regionale con finanziamenti per tutte le Asl. "Il
piano presentato dalla Regione Abruzzo è stato il primo
approvato dai ministeri e che ha visto conclusi gli interventi
previsti. Ogni Asl dispone di strutture dedicate e finanziate
per presa in carico e cura dei pazienti Covid - è stato
spiegato- Ciononostante, in casi in cui un ridotto numero di
pazienti ospedalizzati lo permetta, si potrà valutare
l'opportunità di concentrare tutti i degenti in un'unica
struttura, con la messa a disposizione, da parte delle altre
Asl, del personale necessario".