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medicogenericoPersiste il divario tra le strutture
ospedaliere del Nord e del Sud Italia. Si trovano quasi tutti al
Centro-Nord, e solo uno nel Meridione, gli undici migliori
ospedali italiani. Ma Calabria e Sicilia, per anni maglia nera,
"fanno un balzo in avanti" nell'assistenza ai pazienti. A
fornire il quadro è il Programma nazionale esiti, il report con
cui annualmente l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari
regionali (Agenas) monitora le performance di ospedali pubblici
e privati.
L'obiettivo, premette Domenico Mantoan, direttore generale
Agenas, "non è dare premi o penalità ma spingere verso il
miglioramento dell'assistenza". Sono otto le aree cliniche
analizzate (ma pochi ospedali le presentano tutte):
cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale,
chirurgia oncologica, nefrologia, gravidanza e parto,
osteomuscolare. Le strutture considerate top sono state valutate
in almeno quattro aree, risultando 'verdi' in tutte. Sul podio
ci sono due ospedali pubblici, il Careggi di Firenze e
l'ospedale Umberto I Lancisi di Ancona, e uno privato l'Istituto
clinico Humanitas di Rozzano (Mi) che si conferma tra i migliori
per il terzo anno. A seguirli ci sono: l'ospedale Maggiore di
Lodi, la casa di cura Mater Domini a Castellanza (Va),
l'ospedale Borgo Roma di Verona, il presidio sanitario Gradenigo
a Torino, l'Humanitas Gavazzeni di Bergamo, la casa di cura
Villa Serena di Città Sant'Angelo (Pe), l'ospedale Bellaria di
Bologna e la Casa di cure Orestano a Palermo. In pratica ben
quattro sono in Lombardia e uno rispettivamente in Toscana,
Marche, Veneto, Piemonte, Abruzzo, Emilia-Romagna e Sicilia. Per
loro la sfida non finisce qui. "È un risultato fondamentale per
i pazienti e per le persone che lavorano con noi, ma ora -
commenta il direttore generale del Careggi, Daniela Matarrese,
che ha ritirato il premio Agenas al Cnel - bisogna mantenere lo
standard raggiunto".
"Abbiamo eccellenze al Nord e iniziano a esserci eccellenze
anche al Sud. Ci sono ospedali che non funzionano al Nord e
altri che non funzionano al Sud. Quindi sta diminuendo il
divario", precisa Mantoan. "La grande sorpresa - ha precisato -
è la Calabria che è stata per anni maglia nera: ha fatto
notevoli balzi in avanti". Un'altra regione che mostra progressi
è la Sicilia: "l'impegno sta dando i suoi risultati". A
rivelarlo sono i numeri: ad esempio, per l'operazione in caso di
frattura del femore in pazienti sopra i 65 anni, nella
classifica delle 14 migliori strutture, ce ne sono tre della
Sicilia che hanno garantito, per tre anni consecutivi, la
prestazione entro 48 ore ad almeno il 75% dei pazienti:
l'ospedale san Giovanni di Dio di Agrigento, l'ospedale di
Trigona a Noto e il Guzzardi a Vittoria. Mentre l'ospedale di
Paola, in provincia di Cosenza, è tra quelli che vedono un
miglioramento, nel 2023, rispetto alla tempestività
dell'intervento chirurgico per questa frattura. L'angioplastica
coronarica con impianto di Stent eseguita entro 90 minuti
dall'arrivo in ospedale, mostra valori positivi negli ultimi tre
anni in 35 strutture, tra cui un ospedale della Calabria, il
Mater Domini di Catanzaro, e cinque in Sicilia: San Giovanni di
Dio e il Giovanni Paolo II di Agrigento, il Barone Romeo a Patti
(Messina), il Sant'Antonio Abate di Trapani e il Civico di
Palermo.