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DelfidelfiStranotte, sarà la notte prima degli esami. Per i ragazzi di “quella” classe del Delfico, che ha attraversato il Covid e lo sfratto, sarà l’ultimo atto di un percorso unico e irripetibile. A loro, la professoressa Maria Cristina Marroni ha voluto scrivere una lettera, che ospitiamo con piacere.

Carissimi Manuele, Mattia, Camillo, Sebastiano, Cristiano, Davide, Tommaso, Camilla, Micaela, Enrico, Francesco, Giulia, Alisia, Flavio, Riccardo, Antonio, Christian, Federico, Leonardo, Federico, il mio pensiero oggi è rivolto a Voi, che presto sarete impegnati con l’avvio degli Esami di Stato, il momento culminante del percorso scolastico.
Ricordo con nostalgia la notte prima degli Esami: l’ansia crescente e il senso di inadeguatezza, così tipici dell’età adolescenziale, ma anche la determinazione nell’affrontare la prova più importante, per dimostrare quanto valessimo.
È finito oggi un percorso di cinque lunghi anni, che ci ha visto soffrire insieme per il COVID prima, poi per la chiusura del nostro amato liceo a Palazzo Delfico e, infine, per la morte di Luca. Vorrei che abbiate sempre il coraggio, il coraggio di essere in primis voi stessi, cosi come vi ho insegnato con il mio esempio di vita. Non temete nulla, non temete di mutare percorso quando sentirete, in qualsiasi momento accada, di non essere più felici.
E sappiate che negli esami, in tutti quelli che affronterete ogni giorno, qualcosa può andare anche per il verso storto, ma quella che nell’immediato potrebbe apparire come una sconfitta, spesso non è che il preludio a nuove, autentiche vittorie. Gli Esami costituiranno uno spartiacque nella vostra vita: verrà un dopo in cui sceglierete chi essere, sceglierete il vostro cammino da adulti. Qualunque scelta, quella che vi porterà a continuare gli studi o quella che vi porterà a iniziare un lavoro, possa regalarvi quella felicità cui è doveroso aspirare.
Mi auguro che della scuola vi resti il più importante insegnamento: difendere l’umanità che è in voi, anche nei giorni più difficili, praticando la gentilezza e l’affabilità, ma anche sfoderando grinta e determinazione.
La cultura è l’unico grande strumento di emancipazione: custoditela come un bene prezioso che deperisce se non viene coltivata quotidianamente; valorizzatela come il vostro patrimonio più pregiato e amatela nel profondo affinché faccia fiorire le vostre vite e porti frutto nella nostra società.
Gli Esami mettono ciascuno di fronte a se stesso ed esigono un prezzo in termini di preoccupazione e di paura. Non esistono scorciatoie dinanzi elle forche caudine di una prova obbligatoria che vi consegnerà all’età della ragione, chiudendo simbolicamente la spensieratezza dell’adolescenza, cui non appartengono sensi di responsabilità e prove di maturità: esattamente quelle che la scuola vi sottopone adesso quale viatico per le inevitabili successive prove che la vita riserva a ciascuno. Affrontatele con la serenità e la passione che si riservano ai momenti indimenticabili, per serbarne un ricordo felice che offra lo slancio e l’entusiasmo necessari ad aprirsi al futuro.
Spero che vi resti appiccicato addosso, come un buon profumo, tutto il bene che vi ho voluto e che continuerò a volervi. Spero che vi siate sentiti ogni giorno amati e compresi.
"Sarebbe bello, Agatone", dice il Socrate del Simposio, "se la sapienza fosse tale da scorrere dal più pieno al più vuoto di noi, quando ci tocchiamo l'un l'altro, come fa l'acqua nelle coppe, che dalla più piena scorre nella più vuota attraverso un filo di lana". Ma la sapienza e la conoscenza non corrono come su un filo. Fuori di metafora, non si trasmettono meccanicamente come una sostanza liquida. Gli Antichi, da Plutarco a Montaigne, conoscevano questo rischio e lo denunciavano parlando di sacchi, vasi, lumi e lumini, legna da ardere, scintille. Per me siete stati sempre come una candela da accendere o una catasta di legna che attende una fiammella per incominciare a bruciare. Per me siete stati materia viva, bruciante. Spero di avervi fatto sentire, durante le lezioni, pieni di voglia di vivere, ragionare, pensare, creare. Spero di avervi spalancato gli occhi sui dettagli più minuti del mondo che ci circonda, sulla natura e sugli uomini; che la Bellezza abbia acquisito maggiore luminosità e che vi abbia avvolto nella sua lucente chiarezza e che il male vi sia apparso come l'ombra, come l'assenza della bellezza, che il male abbia cessato di essere così minaccioso. "Una lezione non è un tram che vi porta da un posto all'altro", diceva Florenskij, "ma è una passeggiata con gli amici". È la passeggiata a essere importante, non la destinazione. È un'avventura spirituale.
Buona vita, miei semi sparsi per il mondo. Diventerete fiori variopinti o alberi dai buoni frutti.
Buona vita, Anime belle.
MARIA CRISTINA MARRONI