E’ il Teramo dei miracoli, quello che ieri, al Conero di Ancona, ha sbaragliato – in extremis – la solida formazione dorica, con le reti di D’Egidio e Touré. Ora, la squadra di Pomante è seconda in classifica, a dieci punti dalla capolista, ad undici gare dal termine della stagione. Vi sono, quindi, ancora 33 punti in palio e la Samb, nelle ultime due gare, si è fatta recuperare ben quattro punti. Sognare non costa niente e il calcio è uno sport probabilistico, nel quale non vince sempre chi ha più organico, più pubblico, più risorse finanziarie.
Certo, a questo punto della stagione, qualche rammarico si percepisce, per chi vede il bicchiere mezzo vuoto. Il confronto dei tabellini di Samb e Teramo ci aiuta a capire cosa è mancato ai biancorossi per essere alla stregua dei marchigiani. I rossoblù di Palladini hanno realizzato 47 reti, contro i 35 del Teramo. Ciò significa che l’attacco dei marchigiani è stato superiore a quello dei biancorossi. Ergo, per sillogismo, alla squadra di Pomante è mancato un reparto offensivo da capolista. Altra comparazione. La difesa della Samb ha incassato, sino ad ora, 12 reti, contro le 19 del Teramo. Quindi, i marchigiani hanno dimostrato di aver un reparto difensivo più forte, quasi impenetrabile, considerato che esso incassa 0,52 reti a gara, contro le 0,82 dei biancorossi. Torniamo a bomba. In più di un’occasione, ci eravamo permessi di suggerire l’acquisizione di un attaccante di professione, cioè di uno che vive solo per metterla dentro, al pari di un difensore centrale di livello, con esperienza, piedi e capacità di creare superiorità numerica in uscita.
Ci rendiamo conto, tuttavia, che giocatori così costano molto e che la società del Città di Teramo ha già dato tanto, in uno scenario cittadino nel quale vi è una generale disattenzione delle forze produttive rispetto al calcio. Siamo convinti che il Teramo possa concludere la stagione a qualche punto di distanza dalla Samb. Un presagio che lascerebbe, come lascerà, l’amaro in bocca. Anche perché la prossima stagione è un’altra storia. Molti degli attuali calciatori dell’attuale rosa non vi saranno più: chi per motivi contrattuali, chi perché avrà la possibilità di calcare scenari calcistici o economici migliori. Ogni stagione è a sé stante. Nel calcio vige l’hic et nunc (qui ed ora) e tutto ciò che si è fatto in una stagione non ha alcun filo di continuità con quella successiva.
Poche cose sono certe. La prima è quella di blindare Marco Pomante e Paolo D’Ercole per almeno un biennio, al fine di consentirgli di costruire l’ipotetico ritorno tra i professionisti. I due sono la base del miracolo biancorosso. Sarebbe ingenuo non considerare che altre piazze, anche più importanti, sono interessate all’ex difensore del Pescara e al Direttore sportivo. Ci limiteremo a dire che società con un importante blasone e con lunghi pregressi in serie A e serie B sono alla finestra, incuriositi dal rendimento del Teramo, a fronte di un organico sostanzialmente normale.
Ad Ancona, ieri, i migliori in campo sono stati Menna, Angiulli e Touré, a riprova che nel Teramo, pur variando la formazione, il risultato non cambia. Non crediamo sia una questione di acume tattico, considerato che in serie D il calcio è uno sport più episodico che ragionato. Riteniamo che sia una questione di personalità, di capacità dello staff di infondere nei calciatori livelli di autostima e consapevolezza ben superiori alle rispettive capacità tecniche o atletiche.
Pareggio casalingo del Notaresco, ieri, contro la Recanatese. La rivoluzione di Massimo Silva, per il momento, stenta a prendere quota. Miglior in campo il 2006 Lorenzo Ciutti, ragazzo di Teramo, che la prossima stagione sarebbe opportuno far tornare alla base.