All’ultimo chilometro di un tappone alpino, il Teramo rischia di farsi risucchiare in terza o quarta posizione, dopo l’amara sconfitta subìta ieri nel derby con il Notaresco.
La ferita è aperta: sconfitta in casa e doppietta di Saveriano Infantino, un attaccante che avrebbe, senza dubbio alcuno, offerto ai biancorossi scenari da primato.
L’assenza di Brugarello si è fatta sentire. Molto. Infantino è attaccante che vede la porta, ma anche giocatore caratterialmente ostico. Di sicuro, la presenza dell’energico difensore di Bozen avrebbe sicuramente reso più ardua la strada al bomber rossoblù.
In questa stagione, il Teramo, tra le mura amiche, ha spesso ceduto il passo a dirette concorrenti o nei derby. Le sconfitte con Samb, L’Aquila, Chieti e Notaresco fanno male.
Festeggia mister Silva, l’ex bomber ascolano, che nel primo tempo aveva assaporato il tracollo. Poi, come nelle migliori favole, il figliol non prodigo, Saveriano Infantino, regala ai vomanesi una vittoria inaspettata.
Ora, l’ultima partita contro l’Aquila deciderà se il Teramo merita o non merita il secondo posto. Un piazzamento importante, considerando che, in serie C, vi sono i prodromi di almeno 5 o 6 fallimenti societari. Vi sarebbe, forse, possibilità di ripescaggio nel calcio vero.
Un detto antico riferiva che in serie C si sopravvive, in serie B si pareggiano i conti, in serie A si guadagna, In realtà, le cose non stanno così.
Il calcio italiano, in ogni categoria, è un’arte a perdere. Finita l’era dei mecenati, che ottenevano compensazioni altrove e di altro tipo, la gestione oggi di una squadra di calcio è impostata solo all’obiettivo del minor danno.
Nei prossimi anni, molte categorie dilettantistiche, ne siamo convinti, si trasformeranno in livelli pseudo-amatoriali, considerato gli effetti che la riforma del calcio non professionistico ha generato (contratti, contribuzioni, fiscalizzazioni, etc.).
Riteniamo che anche la serie C, ultimo gradino del calcio di professione, subisca ulteriori ridimensionamenti, considerando che i suoi costi di gestione sono sempre più elevati e gli introiti sempre meno congrui.
Sopravviveranno soltanto le società in grado di far giocare i ragazzi, calciatori cui dare qualchecentinaia di euro di corrispettivo mensile, in uno scenario che, pian piano, trasformerà la serie D e l’Eccellenza in campionati di tipo giovanile.
Ogni qualvolta si odono contestazioni contro i presidenti di squadre di calcio, proviamo grande imbarazzo, consapevoli dei sacrifici che gli stessi sono costretti a fare, senza trarne beneficio alcuno, se non un pizzico di notorietà.
Ma se in serie D paghi compensi mensile di 3000 o 4000 euro a più giocatori l’epilogo finale sarà scontato. Motivo per il quale, ancora una volta, per la prossima stagione, auspichiamo che il Città di Teramo sia in grado, prim’ancora di puntare al successo, di costruire un organico forte, ma giovane, forte, ma economico, competitivo, ma in equilibrio finanziario.
In questa stagione, D’Ercole ha saputo selezionare almeno 3 giocatori, che hanno avuto un ottimo rendimento, praticamente a costo quasi nullo. Questa è l’unica strada da percorrere, nel calcio di oggi.
GIGIRRIVA