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All'attenzione di "ADAMO"
Piuttosto che perdermi in stucchevoli convenevoli vado al sodo: la sua replica al post dell'UdS Teramo lascia alquanto a desiderare e non soltanto sul piano stilistico (abbandonerei le frasi telegrafiche e anche quei noiosi intermezzi colloquiali), a partire dall'arroganza e il paternalismo con cui si approccia alle sue critiche, per esempio ciarlando di "Galateo della comunicazione", concetto che le chiedo gentilmente di elaborare meglio in quanto, nell'era del fair use e della condivisione di massa, non penso che sia sensato parlare di etichetta nel rispondere ad un articolo od un qualsiasi evento degno di essere commentato. Ma ritornando alla sua arroganza, trovo altresì stucchevole il modo in cui schernisce gli studenti per non aver reagito contestando i discorsi di Marsilio e Peled, ben consapevole delle conseguenze che avrebbero subito quegli studenti che, pur sorpresi dall'inaspettato intervento, avrebbero voluto far sentire la propria voce: anche questo rientra fra le rivendicazioni che l'associazione che lei tanto contesta porta avanti. Superiamo però le critiche, le quali infatti danno poi spazio alla mal riuscita pacca sulla spalla che lei si è voluto dare riesumando il suo articolo di (solo!) quindici anni fa per giustificare la totale vacuità del suo articolo e sentirsi meglio dopo aver, non molto attentamente, sminuito l'operato di una delle pochissime realtà giovanili in Abruzzo che quantomeno tentano di fare qualcosa per risollevare una regione svilita e sabotata sotto ogni aspetto, . Mi auguro di leggere nelle sue prossime repliche del materiale più intrattenente, sebbene sia riuscito ad intrattenermi anche scrivendole questa risposta.Buon lavoro e buon proseguimento,
un Lettore Deluso.
LA RISPOSTA
È sempre piacevole ricevere posta. A me, piace. Così, quando m’è arrivata questa letterina, l’ho aperta con trepidante emozione. Me la manda un tal Francesco De Benedictis, che si firma lettore deluso, ma che intuisco essere  (no, non è vero, non intuisco: l’ho letto su Internet) il “responsabile della comunicazione dell’Unione degli studenti Abruzzo”. Azz! Addirittura il responsabile della comunicazione, quale onore! Mi scrive, in risposta al mio fondo di ieri (QUESTO), tentando una replica, con risultati che vanno dal pietoso all’incomprensibile, con una pennellata di sconcerto. 
A cominciare dal “galateo” della Comunicazione che, ohibò, il responsabile non conosce. Prendi appunti, Francé: se vuoi rispondere ad un giornale, devi scrivere a quel giornale, perché la tua risposta la leggano gli stessi lettori che hanno letto il primo articolo. Semplice, vero? L’Uds Teramo, invece, aveva risposto al mio articolo con un post su Instagram, cioè rivolgendosi a lettori che non sapevano nulla. È sempre semplice, vero?
Noto, però, che qualcosa vi ho insegnato, visto che mi avete mandato una mail.
Meglio tardi che mai.
Prima di andare avanti, però, toglietemi un dubbio: che v’hanno fatto le virgole? Perché voi dell’Uds le odiate così tanto, da escluderle quasi totalmente dai vostri testi? Vabbè, me ne faró una ragione.
E poi, quello che penso dell’uso disinvolto della grammatica nei vostri testi, l’ho già scritto. Non mi ripeterò. Così come non risponderò al pietoso tentativo di relegare a “pacca sulla spalla”, peraltro autoconcessa, il ricordo di un mio “articolo di (solo!) quindici anni fa”. Ho sempre saputo che il non saper scrivere sia, inevitabilmente, figlio di una scarsa abilità nella lettura, ma nel mio fondo il riferimento a scritti anche recenti era fin troppo chiaro. Eppure, al responsabile della comunicazione dell’Uds Abruzzo, è sfuggito. Francé, un consiglio: la prossima volta che scrivi a qualcuno, prima informati, cerca di capire chi hai di fronte… conoscere “l’avversario” è la base del confronto. Ringraziami, perché in questo momento ti evito la prima clamorosa figura di merda che avresti meritato. Però, ti faccio fare la seconda, che è scolpita in questo tuo passaggio:  “…le conseguenze che avrebbero subito quegli studenti che, pur sorpresi dall'inaspettato intervento, avrebbero voluto far sentire la propria voce…”. Quindi, si protesta solo quando non ci sono “conseguenze”?
Quindi, le rivendicazioni si fanno solo quando non c’è rischio?
Quindi, l’affermazione di un principio è meno importante di una nota sul registro?
Quindi, la contestazione del genocidio palestinese, vale meno di una possibile sospensione da scuola? 
E voi sareste “…una delle pochissime realtà giovanili in Abruzzo che quantomeno tentano di fare qualcosa per risollevare una regione svilita e sabotata sotto ogni aspetto…”?
Voi, conformisti e timorosi, sdentati leonincini da tastiera?
Sai, Francesco, qualche mese dopo quell'articolo "di (solo!) quindici anni fa", io per affermare il principio della libertà del giornalista, rimasi senza lavoro e senza stipendio. E mi è successo altre tre volte, costretto a lasciare la mia poltrona da direttore, solo per aver detto un "no" o per non essermi inchinato a qualche potente. I principi si difendono a prescindere dalle conseguenze.
Ma il coraggio, chi non ce l'ha...(cit)
VI regalo un consiglio: lasciate perdere la politica e i grandi temi che, temerariamente e senza palle, avete creduto di poter affrontare, ma dedicatevi a qualcosa di più adatto alla vostra indole.
Sbrigatevi: per il FantaSanremo mancano solo due giorni. 
ADAMO