I lettori certo ricorderanno la severa e qualificata intervista rilasciata a Certastampa (LEGGILA QUI) da Leone Cantarini, l’ex presidente dell’area marina protetta torre del Cerrano, dal titolo: Erosione a Pineto, Cantarini:“asportare ghiaia dalla spiaggia è un delitto e le amministrazioni che lo permettono sono complici”.
Per chi non è a conoscenza di quanto accaduto, è utile ricordare che l’erosione della costa di Pineto nord ha assunto le dimensioni di un disastro e, come peraltro confermato dall’ex sindaco Verrochio (LEGGI QUI) è stata causata, prevalentemente, dall’opera dell’uomo e, in particolare, dalla realizzazione di un “pennello” ubicato a nord del torrente Calvano.
Una situazione (a dir poco) paradossale, considerato che tale dannosa struttura fu costruita su sollecitazione degli operatori balneari, con lo scopo di ostacolare il flusso dei sedimenti ciottolosi provenienti dalla foce del fiume Vomano ed ha quindi bloccato il ripascimento naturale, ovvero quel fenomeno da cui dipende la crescita e stabilità della spiaggia .
Eppure, nonostante l’individuazione della causa dell’erosione, non solo il “pennello” non è stato mai rimosso ma, addirittura, è proseguita un’inarrestabile e sistematica rimozione dei sedimenti ciottolosi misti a sabbia, tramite il massiccio impiego dei trattori.
Per meglio comprendere la questione, si riporta un brano della citata intervista:
La “ghiaia” rispetto alla sabbia rappresenta una barriera naturale all’erosione, come dimostra ad esempio, la crescita e stabilità della spiaggia ubicata più a nord del pennello, dinanzi alla zona dei camping …
Lo sanno tutti che la ghiaia è un freno all’erosione, se non altro per il suo peso. Basta pensare al fenomeno dell’erosione eolica, che diamo per inevitabile ma che può essere contrastata, vedi ripristino delle dune, mentre la ghiaia macinata aiuterebbe ancor di più il contrasto all’erosione.
I ciottoli, tuttavia, hanno sin dall’inizio aggirato il pennello e comunque “invaso” la spiaggia di Pineto nord, tanto che, per oltre un decennio, sono stati sistematicamente rimossi come se si trattasse non già di preziosi sedimenti, ma di rifiuti.
La rimozione è avvenuta ed ancor oggi prosegue, con l’utilizzo massiccio di pesanti trattori e mezzi cingolati e la ghiaia è stata sempre asportata tramite le pale meccaniche di detti mezzi, senza operare una preventiva setacciatura e così portando via insieme alla ghiaia, enormi quantitativi di sabbia marina.
Si è poi fatto ricorso a periodiche ed effimere operazioni di ripascimento artificiale, con un costo enorme per l’erario e più volte prelevato sabbia dal fondale marino antistante, in alcuni casi, a pochi metri dalla riva, infliggendo così ulteriori danni all’ambiente marino.
Come valuta l’attività di rimozione della ghiaia (mista a sabbia) e l’utilizzo per tale operazione dei trattori?
Quali le conseguenze su una spiaggia già soggetta ad una forte erosione?
Purtroppo il “trattorismo” è il male del millennio, accentuato dagli “intellettuali della sabbia”; a Pescara abbiamo il massimo esponente di questo movimento che è anche a capo di una forte organizzazione di categoria. Muovere la sabbia sempre e comunque, evitandone la compattazione, rende più agevole l’erosione sia da parte del vento che dell’acqua! Asportare ghiaia dalla spiaggia è un delitto e le amministrazioni che lo permettono sono complici …
Quale delitto potrebbe integrare l’asportazione della ghiaia dalla spiaggia e quali le responsabilità di un’Amministrazione Comunale che per anni lo ha consentito o comunque non impedito?
La domanda è retorica e la Cassazione non ha dubbi: un furto aggravato dall’esposizione alla pubblica fede.
Ma allora, com’ è possibile che la ghiaia continui ad esser rimossa dalla spiaggia?
A Pineto la ghiaia mista a sabbia marina è di fatto trattata come un rifiuto, tanto che, dopo esser stata rimossa dalla spiaggia, è stata accumulata in enormi quantità in un’area di proprietà pubblica confinante con via Mario Torrieri (Pineto Nord), insieme ad altri veri rifiuti “spiaggiati” (vd. foto – scattate il 27 agosto 2025).
Ma, com’è possibile trattare come un pericoloso “rifiuto” la ghiaia che, come la sabbia, rappresenta una componente naturale essenziale della spiaggia?
Sul punto appare quanto mai urgente un’indagine della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Teramo che interrompa finalmente la consumazione di un delitto che si protrae ormai da anni.
E com’è possibile che i solerti Vigili Urbani di Pineto impegnati in passato persino in operazioni di sequestro di ombrelloni lasciati sulla spiaggia libera, non abbiano notato (e denunciato) il ripetuto passaggio dei trattori e la sistematica asportazione della ghiaia nei tratti di arenile dati in concessione?
Ed ora, in quale modo l’Amministrazione del Comune di Pineto intende “smaltire” la ghiaia, si ripete raccolta e depositata insieme ai rifiuti “spiaggiati”?
Quanti milioni di euro sono stati sinora sperperati per inutili e costosi ripascimenti artificiali, barriere sommerse e altre opere che hanno alterato l’equilibrio dell’ambiente marino senza conseguire alcun utile risultato?
Aspettiamo la risposta del Sindaco di Pineto Alberto Dell’Orletta.
Vincenzo di Nanna