Dopo il primo intervento del giornalista Rocco D'Errico, che criticava l'immagine offerta da Teramo (e in particolare dalla cucina teramana) nella trasmissione Sereno Variabile, e la risposta del "ruggito" di Leo Nodari, ospitiano oggi la controrisposta di D'Errico.
Innanzitutto devo prendere atto che l’impavido fondatore dell’Accademia finché si trattava di offendere una signora su un profilo privato Facebook era a suo agio, ma poi quando ha dovuto rispondere ad un articolo su un ben più frequentato blog giornalistico si è dileguato ed è dovuto intervenire in suo favore un suo amico. In particolare “un cuciniere e fantastico pasticcere” che in tono dittatoriale vuole che non “lo facciamo più”, che non ci permettiamo più di criticare i suoi amici, in particolare poi sul blog Certastampa.
A proposito di ciò volevo precisare che mi dispiace per il Direttore che si è trovato a causa mia in questo ginepraio ma che in onore della libertà di espressione mi ha dato comunque la possibilità di rispondere.
Onestamente non sapevo che Lei sig. Nodari si sarebbe arrabbiato, mi creda non volevo affatto arrecarLe disturbo. Mi perdoni “Don Leo” non volevo mancarle di rispetto, c’è stata sicuramente un’incomprensione, ha frainteso le mie parole.
Caro sig. Nodari Lei pensa di parlare di me ma in realtà si sta guardando allo specchio, infatti Lei e i suoi intoccabili siete talmente poco abituati alle critiche, da andare in escandescenze per un semplice post su un profilo personale Facebook e per un articolo su un blog locale, e poi non solo non avete compreso l’articolo ma l’unica cosa che avete fatto è insultare la mia persona dimostrando il vostro rancore. La sua intimazione a non commentare i fatti che avvengono a Teramo e a non criticare i suoi amici ha tutto l’aspetto di un’intimidazione, è un messaggio rivolto non solo a me ma credo soprattutto a tutti quelli che un domani vorranno criticare certi soliti noti, affinché capiscano in quale guaio mediatico si potrebbero cacciare. È questo modus operandi che ritengo pericoloso per la crescita economica della città, non le scrippelle mangiate con la forchetta, lo ha capito adesso?
Caro Leo, Lei parla di allucinazioni verbali ma in verità dimostra di aver letto un articolo immaginario, contro cui per sua stessa ammissione è lei stesso che sta “schiumando di rabbia”, a tal punto da dichiarare di essere stato costretto a fermarsi per scrivere, per non permettere che si tocchino le sue scrippelle; ma si figuri Signor Leo se io tocco le sue scrippelle dopo che Lei le ha leccate!
Da come ha stravolto il significato del mio articolo sembra che la botte del vino nuovo se la sia finita Lei, infatti le sue accuse sono totalmente infondate, utili solo per buttarla in caciara, per sviare i lettori dal nocciolo della questione. Come erroneamente sostenuto da Lei nel mio articolo non ho criticato il piatto delle scrippelle in brodo, ci mancherebbe ne sono assai ghiotto, nemmeno ho espresso pareri offensivi verso il gruppo Facebook dell’Accademia e i suoi iscritti, Lei questo lo dice semplicemente per scatenarmi contro il rancore di tutti, vero? Sicuramente il gruppo sopravvivrà alle mie critiche e Le assicuro che non ho mai desiderato ne di chiuderlo, ne di cambiarlo, ne tanto meno di farne un altro, ma penso che forse potrebbe subire dei danni gravi dall’atteggiamento dispotico e rancoroso dei propri amministratori.
Nessuno poi ha giudicato e criticato l’Università e ne tanto meno il Magnifico Rettore, ci mancherebbe, ho solo espresso il mio disappunto sull’operato della sedicente chef che mentre il personale della mensa rispettava perfettamente le regole HACCP bellamente ne combinava di tutti i colori, violando qualsiasi norma igienica.
Ripeto non ho nulla da dire ne contro l’Università di Teramo e ne contro il suo Rettore, mi faccia capire Lei afferma falsamente il contrario perché mi vuole scatenare contro anche l’Università?
Della serie se parli contro i miei amici ti scateno contro tutti mistificando la realtà?
Se poi come sproloquia, usando luoghi comuni e parole a casaccio, Lei e i suoi sodali volevate veramente aiutare Teramo piuttosto che pubblicizzare solo il gruppo Facebook, potevate coinvolgere di più i ristoratori teramani e pubblicizzare veramente l’offerta enogastronomica del territorio.
Piuttosto che parlare del mio “delirio Fedriano” e usare di nuovo parole a caso sulla mia grammatica, dovrebbe verificare le capacità cognitive dei suoi amici che sono talmente intelligenti che per giustificare la loro chef che cucinava senza cappello, hanno postato le foto di un articolo che condanna i grandi chef perché appunto violano le regole igieniche cucinando senza copricapo.
Sulla modalità di mangiare le scrippelle devo ammettere che molti Lei compreso hanno le idee un pochino confuse, chi le mangia ‘mbusse e non allagate, chi le lecca, chi da sempre con coltello e forchetta, secondo me piuttosto che giustificare l’inverosimile bastava preparare dei cucchiai e darli agli studenti che seppur non autoctoni avrebbero capito il giusto abbinamento cucchiaio Brodo scrippelle.
Concludendo posso dire che i fatti incontrovertibili sono:
1. Nella mensa dell'Universitá, durante un ordinario servizio al pubblico, e non una semplice dimostrazione televisiva, la sedicente chef violava le regole HACCP, cucinava senza l'uso di guanti e copricapo, rigirava le scrippelle con le mani dopo aver toccato i capelli, serviva i pasti agli studenti senza l’uso di copricapo e guanti;
2. Il piatto delle scrippelle 'mbusse non è stato ben presentato, non solo nessuno ha dato il cucchiaio agli studenti mettendoli in condizione di mangiare il brodo con la forchetta, ma piuttosto che spiegare tutte le caratteristiche della pietanza, come a esempio che le scrippelle erano farcite di formaggio, si è preferito pubblicizzare il gruppo Facebook;
3. L’amministratore del gruppo ha insultato e ha cercato in tutti i modi d’intimidire chi lo ha criticato senza rispetto per nessuno. I suoi sodali hanno risposto anch’essi con insulti, luoghi comuni, battute, minimizzando l’accaduto, con parole a caso, mistificando il significato dell’articolo, minacciando, augurando malanni e giustificando tutto con l’invidia.
Invece di insultarmi aspramente e vomitarmi addosso il Vostro odio avreste dovuto piuttosto ringraziarmi per la mia opera di formazione nei Vostri confronti, infatti sono sicuro che la prossima volta che “entrerete in Rai” non farete gli stessi errori, sicuramente vi ricorderete che in cucina il cappello è obbligatorio.
Concludendo conviene finirla qui perché ormai diciamo sempre le stesse cose: Voi che siamo invidiosi e che abbiamo insultato Teramo e le scrippelle, io che ci avete fatto fare una brutta figura violando apertamente tutte le norme igieniche in una mensa pubblica e non presentando in maniera adeguata la nostra enogastronomia.
Poi parliamoci chiaro abbiamo entrambi raggiunto i nostri scopi: io di farvi capire le norme HACCP e il fatto che non vengo dalla montagna del sapone, Voi di mandare il vostro messaggio intimidatorio per rafforzare il Vostro potere. Mi sembra che siamo tutti contenti no? O siete Voi che ancora schiumate di rabbia?
ROCCO D'ERRICO