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Firmato un protocollo per la valorizzazione del Mosaico del Leone ASCOLTA IL SERVIZIO

 Si è tenuta stamani in Palazzo Melatino, sede della Fondazione Tercas la Conferenza Stampa nel corso della quale il Presidente Enrica Salvatore ha annunciato l’avvenuta firma, nella giornata di ieri, di un Protocollo d’Intesa - sottoscritto dalla Fondazione Tercas, dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio d’Abruzzo,  dall’Amministrazione Comunale di Teramo e da  Bernardo Savini – che impegna i soggetti sottoscrittori ad attivarsi  per garantire le migliori condizioni di utilizzazione e fruizione pubblica del Mosaico del Leone che fa parte della decorazione pavimentale del Tablino della omonima Domusaccessibile all’interno di Palazzo Savini in Corso Cerulli a Teramo.

In particolare – ha sottolineato il Presidente Enrica Salvatore - il Protocollo d’Intesa  impegna le parti ad avviare congiuntamente, entro un massimo di 24 mesi, una serie di azioni al fine di:

  1. a)  restaurare e recuperare il Mosaico e gli ambienti della Domus del Leone;
  2. b) garantire la tutela e la conservazione del suddetto sito archeologico e la salubrità degli ambienti in cui esso insiste;
  3. b)  assicurarne  la fruizione attraverso un'apertura al pubblico dei locali e/o altre forme di valorizzazione.

Il Mosaico del Leone rappresenta sicuramente il simbolo più importante e più famoso del patrimonio archeologico della Città di Teramo  - ha dichiarato Enrica Salvatore - ed è stato al centro di un costante interesse per la  sua valorizzazione; interesse mostrato in diverse occasioni in questi ultimi anni, a partire dagli  anni 80 - che lo hanno visto protagonista, insieme ad altre aree cittadine,  del Progetto di  Passeggiata Archeologica,  fino al progetto per il suo restauro e  la sua pubblica fruibilità  realizzato ed attivato alla fine degli anni 90.

Oggi - ha continuato Enrica Salvatore - un nuovo interesse vede la Fondazione Tercas motore attivo  di un progetto per una rinnovata partnership pubblico privata e garante di una fruibilità puntuale e ben organizzata dello straordinario bene archeologico.

Alla Conferenza Stampa hanno partecipato anche il Soprintendente Rosaria Mencarelli, il Sindaco di Teramo Gianguido d’Alberto, l’assessore alla Cultura Luigi Ponziani ed il proprietario della Domus del LeoneBernardo Savini.

Nel suo intervento il Soprintendente - che è intervenuta in collegamento video - ha sottolineato l’importanza della sinergia che si è autorevolmente espressa tra soggetti pubblici e privati quale occasione per restituire alla città di Teramo un bene di altissimo valore culturale riconosciuto a livello internazionale. La Soprintendenza – ha dichiarato – si impegna, nell’ambito delle sue prerogative istituzionali, a garantire la scientificità del restauro ed il monitoraggio della sua tutela.

Il Sindaco di Teramo ha sottolineato come già nel programma elettorale  fosse dichiarato l’impegno di individuare nella crescita culturale della città uno dei volani principali della nuova identità da costruire. Il recupero e la fruizione del Mosaico del Leone costituiscono in questo senso – ha dichiarato -  una pietra miliare. Con la firma dell’accordo, abbiamo posto il primo tassello di un ampio progetto la cui finalità è di ricostruire un percorso culturale che a partire dal patrimonio archeologico, artistico e monumentale, sappia poi articolare le sue dinamiche non solo per la crescita dei cittadini ma anche in termini turistici ed economici.  Oltre al valore straordinario dell’operazione – ha continuato - ritengo che quanto accaduto dimostri che la ritrovata sinergia con la Soprintendenza e la confermata collaborazione con La Fondazione, forse intensificata soprattutto nelle motivazioni, sono il segnale di una rinascente speranza per la nostra città. A ciò si unisca il valore aggiunto della collaborazione con il privato, in questo caso la famiglia Savini, che ha manifestato sensibilità e partecipazione, e il cerchio è chiuso: possiamo credere che Teramo saprà intraprendere la strada per tornare a brillare di luce propria. Ringrazio pertanto la Fondazione Tercas  – ha concluso - che ancora una volta si dimostra sensibilissima alle esigenze della nostra città; la Soprintendenza che ha colto in pieno il valore dell’attività che abbiamo posto in essere e la famiglia Savini, che con una apertura eccezionale ha posto a disposizione della collettività un bene così prezioso”.

L’Assessore Ponziani ha sottolineato la significatività in sé dell’accordo siglato:  enormemente importante per le prospettive che indica. La sinergia tra istituzioni e la lungimiranza unita al positivo atteggiamento civico manifestate dalla famiglia Savini – ha inoltre affermato - costituiscono un momento di svolta rispetto a tanto parlare che si è fatto per decenni; passiamo da un atteggiamento passivo ad aspetti organizzativi e strategici reali.  Lo facciamo partendo da questo che è forse il simbolo più prestigioso del nostro passato, il Mosaico del Leone appunto, ma con l’occhio e l’intelligenza attenti a tutte le emergenze archeologiche, massime e minori, che insistono nel nostro territorio; perché la fortuna cercata, costruita e raggiunta dell’operazione che oggi salutiamo con particolare soddisfazione – ha concluso - è l’inizio di un percorso che si annuncia entusiasmante e pieno di prospettive”. 

Bernardo Savini ha evidenziato come la firma del protocollo abbia rappresentato per lui una occasione speciale che lo ha aiutato a superare la diffidenza nelle istituzioni e a comprendere quanto sia utile lavorare insieme ad esse per offrire il proprio contributo alla collettività piuttosto che perseguire un mero interesse individualistico.

Il Presidente Enrica Salvatore ha quindi ripreso la parola ricordando l’impegno profuso dal Presidente Mario Nuzzo per la valorizzazione del Mosaico del Leone e ricordando, altresì, che la Fondazione Tercas, sin dalla sua origine, in fattiva collaborazione con la Soprintendenza, ha sempre avviato iniziative volte a favorire  l’integrazione dei propri interventi, nel campo della valorizzazione dei beni culturali, artistici ed archeologici con lo sviluppo  del territorio, in una logica di sistema che coinvolge sia le aree urbane che quelle extra-urbane.

In questo quadro, con particolare riferimento alla valorizzazione del patrimonio archeologico, hanno assunto particolare importanza – ha sottolineato -   oltre alle azioni che hanno consentito di portare alla luce i preziosi reperti archeologici di Palazzo Melatino, il sostegno al progetto di restauro del Teatro Romano, la valorizzazione del Parco Archeologico di Campovalano, la valorizzazione del Tesoretto di antiche monete romane rinvenute a Teramo nel 1952, il recente  contributo  al progetto di restauro della Domus di Madonna delle Grazie, la realizzazione dei volumi DAT, lo svolgimento a Palazzo Melatino, nel 2011, della XVII  edizione del Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico (AISCOM) che vede coinvolti i maggiori esperti di mosaico antico in Italia. 

Ha quindi concluso ricordando l’occasione offerta a visitatori e turisti - in collaborazione con l’Amministrazione Comunale -   di poter ammirare nella sala espositiva di Palazzo Melatino il busto di Settimio Severo, uno dei pezzi più prestigiosi del Museo Archeologico di Teramo, in questo periodo chiuso per danni legati al sisma del 2016.

LA DOMUS ROMANA ED IL MOSAICO DEL LEONE.

 

La Domus romana e il Mosaico del Leone sono stati scoperti nel giugno del 1891 durante i lavori di ristrutturazione di Palazzo Savini ancora oggi inglobati nelle cantine dell’edificio di Corso Cerulli a Teramo.

Sono una delle testimonianze della dominazione romana sulla città. Molto simile alle case portate alla luce a Pompei.

Alla Domus romana si accede attraverso l’ingresso di via Antica Cattedrale che immette direttamente nell’Atrio, il cui pavimento lungo circa dieci metri, è realizzato in opus scutulatum. Cioè con pezzetti di pietra o di marmo, di diversi colori e ormati, inseriti su uno sfondo bianco per formare decorazioni tipiche del I sec. a.C.

Il tutto è circondato da tessere bianche e nere disposte in motivo romboidale. Al centro della stanza si trova l’impluvio, una vasca per raccogliere l’acqua piovana che attraverso una canaletta la faceva confluire in una cisterna posta sotto la pavimentazione per il rifornimento idrico.

Dall’atrio si arriva al Tablinio, una stanza a forma quadrata. Anche in questo ambiente il pavimento è realizzato a mosaico con opus scutulatum policromo.

Il Mosaico del Leone

Al centro del Tablino si trova l’emblema, cioè un pannello musivo realizzato con piccolissimi tasselli apposti su lastre di marmo che poi veniva inserito in un tessellato più esteso. 

Nel Mosaico del Leone, risalente al I sec. a.C., vi è ritratta la bestia che lotta contro un serpente.

Nel Mosaico le tessere dello sfondo sono quadrangolari, allungate quelle dei baffi, tonde quelle della pupilla e dell’iride; i colori usati sono due: l’arancio e il grigio verde nelle loro diverse gradazioni. 

La scena è quasi tutta dominata dalla testa del leone, con le fauci spalancate e la folta criniera. Questo effetto è ottenuto con tessere delle diverse tonalità del giallo oro. 

Sullo sfondo vi è un paesaggio naturalistico costituito da una pozza d’acqua e da due alberi; il tutto incorniciato da pompose ghirlande con maschere ai lati. 

Il leone riveste un valore artistico universalmente riconosciuto nell’arte del mosaico.

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