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SPETTATERAVi segnaliamo con piacere uno spettacolo che merita di essere visto che andrà in scena Venerdi 7 febbraio alle ore 21 al Teatro Comunale di Teramo. Lo spettacolo “Assocerò sempre la tua faccia alle cose che esplodono”, di Emanuele Aldovrandi, che lo scorso anno è stato in cartellone in diversi teatri nazionali importanti, arriva anche a Teramo (pur in ritardo) è questo deve far felici gli amanti del teatro d’opinione, del teatro intenso e ricco di cose da dire. Lo spettacolo pone l’obbiettivo di elaborare uno spettacolo riguardo il rapporto dell’Occidente con il terrorismo islamico. Il racconto teatrale che immaginiamo si scandisce a quadri sul modello di Terrore e miseria nel terzo Reich di Brecht, con l’idea però che alcuni personaggi possano tornare nei diversi quadri in modo da creare collegamenti o cortocircuiti. L’obiettivo ultimo è quello di esplorare il mistero che circonda questi fatti contemporanei, approfondendone le dinamiche sociali, ma soprattutto le strutture tragiche e archetipe con ironia e originalità. Il tema di fondo di “Assocerò sempre la tua faccia alle cose che esplodono” è quello del rapporto oriente/occidente, in particolare riguardo all’integrazione delle seconde generazioni di immigrati in Europa, visto da diversi punti di vista: chi discrimina, chi parte come foreign fighter, chi cerca di integrare/integrarsi, chi sfrutta, chi viene sfruttato, chi cerca di approfittare della situazione e chi sceglie la violenza. L’obiettivo non è quello di fornire uno sguardo esaustivo sulla “realtà” – per quello sono molto più adatti i documentari o i reportage giornalistici – ma di aprire squarci di riflessione, con un approccio talvolta empatico talvolta concettuale, sulle dinamiche sociali del multiculturalismo nell'Europa contemporanea.​ "Non si può parlare di cosa significa essere europei, senza parlare dei sogni delle seconde e delle terze generazioni di immigrati. Non si può parlare dei sogni delle seconde e delle terze generazioni di immigrati, senza parlare delle difficoltà d’integrazione. Non si può parlare delle difficoltà d’integrazione, senza parlare del terrorismo di matrice islamica. Non si può parlare del terrorismo di matrice islamica, senza parlare della politica coloniale degli stati europei. Non si può parlare della politica coloniale degli stati europei, senza parlare di cosa significa essere europei. Prende forma così uno spettacolo che, senza cercare di fornire uno sguardo esaustivo sulla realtà (per quello sono molto più adatti i documentari o i reportage giornalistici), prova piuttosto ad aprire squarci di riflessione su questo spinosissimo argomento. Per farlo sceglie di utilizzare un singolare approccio, talvolta empatico talvolta concettuale, sulle dinamiche sociali del multiculturalismo nell’Europa contemporanea. Questo spettacolo parla di queste cose, della difficoltà di viverle e della difficoltà di parlarne". Ingresso 9/11 euro. Un prezzo decisamente troppo basso che svilisce il valore artistico di  questo spettacolo che merita.

Leo Nodari