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sequestrocarcereSettimana intensa per la Polizia Penitenziaria diretta dal Commissario Coordinatore Livio Recchiuti nell'Istituto di pena di Teramo,nonostante i noti divieti di uscire di casa per l'emergenza epidemiologica del COVID-19,persone cercano di introdurre droga e cellulari all'interno del carcere.

Nella nottata di sabato 4 aprile u.s. a seguito di specifici controlli del territorio antistante l'Istituto attivati da diverso tempo in maniera continua h.24 è stato rinvenuto sotto le mura di cinta un "pallone" da calcio imbottito con nr.5 micro telefonini cellulari,nr.3 sim ,grammi 31,6 di hashish e grammi 28,6 di cocaina. Al momento si sta procedendo contro ignoti in attesa di verifica delle sim.

Nei giorni precedenti invece e stato sorpreso una persona romana di 50 anni ,denunciata,sotto il muro di cinta che cercava di lanciare all'interno dell'istituto "ovuli " ripieni di micro cellulari ,mentre all'interno di un "pacco" inviato da famigliari e diretto ad un detenuto campano del circuito "Alta sicurezza ,art.416 bis" ,sono stati rinvenuti altri micro telefonini e sostanza stupefacente .

Rinvenimenti, avvenuti grazie all'attenzione,allo scrupolo e alla professionalità della Polizia Penitenziaria.

Il Sappe,esterna il vivo compiacimento per le brillanti operazioni che non hanno permesso di far entrare all'interno dell'istituto droga e telefonini cellulari,in particolar modo nella sezione dell'alta sicurezza dove sono ristretti detenuti condanni per mafia,camorra e ndrangheta e chiede ai vertici ministeriali un netto “cambio di passo” nelle attività di contrasto all’indebito possesso ed uso di telefoni cellulari e droga in carcere “a tutela di coloro che in prima linea delle sezioni detentive rappresentano lo Stato, ossia gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria”,dotando i Reparti di unità cinofile per il contrasto della droga e di adeguata strumentazione tecnologica per contrastare l'indebito uso di telefonini cellulari o altra strumentazione elettronica da parte dei detenuti nei penitenziari italiani .

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