Con questa lettera non vogliamo puntare il dito accusatorio contro nessuno, ma semplicemente far conoscere alla cittadinanza chi siamo e quello per cui combattiamo, per il nostro futuro e per i nostri diritti, con la speranza che il nostro appello venga ascoltato.
L’assegnazione da parte della popolazione italiana a tutti gli operatori del comparto sanità distintisi per meriti morali e professionali nel corso della pandemia da SarsCov-2, meglio denominato come
Covid19 del titolo di “EROI” se da un lato è stato un momento di riconoscimento e di orgoglio per
noi operatori, dall’altro ci ha lasciati profondamente amareggiati. Questo perché una parte di noi
purtroppo fa parte di quella categoria considerata precaria e che noi abbiamo definito lavoratori di
“Serie B” o meglio ancora lavoratori “fantasma”.
Persino il nostro amato Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha conferito un’onorificenza,
a nome di tutta l’Italia, a coloro che durante la pandemia da Covid19 hanno contribuito con
sacrificio al superamento di quel tragico periodo. Ricordiamo turni estenuanti sopra le ambulanze
di oltre ventiquattro ore con indosso tutti i dispositivi di protezione individuali previsti per la nostra
incolumità e quella dei pazienti stessi.
Per noi è stato commovente assistere ad un’Italia tutta unita, che al passaggio delle ambulanze applaudiva commosso dai terrazzi delle proprie abitazioni per ringraziarci del lavoro che stavamo
svolgendo e che tutt’ora continuiamo a svolgere con dedizione, impegno e professionalità per il
bene della comunità e dei bisognosi.
Siamo stati chiamati per sopperire alla grave carenza di organico che tutt’ora incombe nella sanità
pubblica tramite contratti di somministrazione con agenzie interinali, rinnovi mensili senza garanzie
che vanno avanti da ormai più di cinque anni, poi finalmente si è aperta la speranza della
stabilizzazione che è stata concessa come riconoscenza per tutto quello che noi autisti di
ambulanza, assieme a tutto il resto delle professioni sanitarie abbiamo svolto durante il tragico
della Pandemia.
Ma come un fulmine a ciel sereno è arrivata la notizia che mai avremmo voluto sentirci dire, a noi
interinali, lavoratori di “serie B”, non ci è stato riconosciuto nulla semplicemente per un cavillo
legislativo sanabile con semplici dettagli applicabili nelle varie delibere, decreti e leggi emanate
dalla politica regionale e nazionale o scelte aziendali a nostro favore e a riconoscenza del lavoro
svolto.
Oggi, anche se continuiamo a lavorare ci sentiamo bistrattati, delusi e disoccupati rispetto ai
tantissimi lavoratori “precari” ai quali è stata riconosciuta la possibilità di essere stabilizzati e
quindi ritrovarsi con un contratto a tempo indeterminato a ringraziamento del duro ed
impegnativo lavoro svolto fino ad oggi.
Siamo “fantasmi” per la classe politica, per i dirigenti dalla Asl ed anche per tutta la popolazione
che ogni giorno ci vede sfrecciare con la ambulanze per soccorrere qualcuno che ha bisogno del
nostro aiuto, ma che non sa realmente che siamo lavoratori senza un futuro da garantire alle
nostre famiglie, ma nonostante questo continuiamo con professionalità e impegno a svolgere il
nostro lavoro perché quello che ci spinge prima di tutto ad andare avanti è la passione e l’amore
per ciò che facciamo e la consapevolezza che salviamo vite umane.
Chiediamo al Presidente della Regione Abruzzo Marsilio, ai vertici della Provincia di Teramo e a tutti
i sindaci della nostra provincia teramana, ma soprattutto ai vertici della ASL di Teramo a cominciare
dal Direttore Generale di essere riconosciuti come un perno importante del nostro territorio e
dell’Italia stessa visto anche la grave carenza di organico che il comparto sanità sta contrastando da
tempo.
Da mesi stiamo lottando affinchè qualcuno ci guardi, affinchè qualcuno ascolti la nostra voce
flebile, ma piena di speranza e desiderio di crescere professionalmente, di quei lavoratori che
seppur posizionati dalla società e dallo stato ai margini, sono stati e continuano ad essere grandi
uomini e donne, noi siano gli Autisti “Interinali” del 118 di Teramo.