L'Ufficio legislativo del Ministero della Cultura (competente sull’argomento per via della tutela paesaggistica che accompagna quella naturalistica) ha inviato una nota alla Presidenza del Consiglio dei Ministri per il successivo inoltro alla Regione stessa. In buona sostanza il Ministero ricalca le osservazioni già avanzate dal WWF, dalle altre Associazioni e dagli enti locali (Provincia di Teramo e Comune di Roseto),sulla decisionedi riperimetrare la riserva, bocciando il provvedimento.
NUMEROSE LE REAZIONI
COMUNE DI ROSETO
“L’Ufficio Legislativo del Ministero della Cultura mette nero su bianco quello che la nostra Amministrazione va dicendo da mesi: l’iter seguito dalla Regione Abruzzo per la norma sulla riperimetrazione della Riserva del Borsacchio è illegittimo e presenta evidenti vizi formali e sostanziali che porteranno al suo annullamento”. A dirlo il Sindaco di Roseto degli Abruzzi Mario Nugnes e il Presidente del Consiglio Comunale Gabriella Recchiuti a seguito della nota diffusa dal Ministero competente. “Siamo soddisfatti perché questo ha rilevato la manifesta incostituzionalità della norma che dispone la riperimetrazione della Riserva, un atto che prefigura quindi una bocciatura senza sé e senza ma della Legge Regionale del 25 gennaio 2024 n. 4, una questione che noi portavamo avanti da tempo e che abbiamo anche messo nero su bianco con la Delibera di Consiglio Comunale n. 1 del 2024 approvata grazie alla maggioranza”.
“Chiarito ciò non c’è più tempo da perdere e chiediamo a gran voce alla Presidenza del Consiglio dei Ministri di deliberare il sacrosanto ricorso verso questa norma della Regione Abruzzo e di farlo il prima possibile, anche prima dell’imminente tornata elettorale affinché questo delicato tema non diventi per qualcuno motivo per fare mera propaganda elettorale” proseguono Nugnes e Recchiuti. “Dal canto nostro eravamo certi di questo esito, lo avevamo detto in maniera chiara nel corso del Consiglio Comunale straordinario convocato ad hoc a inizio anno nel quale avevamo anche ribadito come erano palesi i motivi di incostituzionalità nell’iter seguito nella riperimetrazione della Riserva del Borsacchio e lo avevamo ribadito nel corso dell’audizione avuta prima del Consiglio Regionale dello scorso 30 gennaio”.
“Ora – concludono il Sindaco e la Presidente del Consiglio Comunale – ci attendiamo un atto concreto da parte della Presidente Meloni che, ad oggi, non ha ancora riposto alle sollecitazioni da noi inviate su questo delicato tema e, come lei, l’Avvocatura di Stato e la Prefettura di Teramo. In queste settimane abbiamo provato, purtroppo invano, a far tornare sui propri passi i consiglieri regionali di centrodestra che avevano proposto la norma incriminata, ma loro hanno scelto imperterriti di andare avanti, anche se erano ben coscienti dell’errore fatto. Evidentemente si è preferito proseguire al solo fine di catturare il favore elettorale di qualcuno, illudendolo di chi sa quali vantaggi che tale atto avrebbe portato, perpetrando però così un vero e proprio sfregio verso il nostro territorio, prendendo in giro i rosetani”.
PATTO PER L'ABRUZZO
“Sono molto preoccupanti le osservazioni ministeriali che leggiamo in merito alla Riserva del Borsacchio, soprattutto sul rischio di cementificazione, che la Giunta uscente ha sempre voluto minimizzare o addirittura negare” ad affermarlo è Luciano D’Amico, candidato alla presidenza di Regione Abruzzo con Il Patto per l’Abruzzo, che continua: “Quelle propinate a gran voce dal centrodestra, Marsilio in primis, sembrano proprio rassicurazioni fallaci che si smontano leggendo il documento del Ministero, che esplicita chiaramente come nei territori interessati dalla Riserva del Borsacchio non ci sarà alcuna tutela paesaggistica e si potrà cementificare in modo pressoché indisturbato. Tutto questo perché la legge regionale innesca un mix micidiale, dato dal combinato disposto della riduzione della Riserva, da un lato, e dalla possibilità di derogare al regolamento comunale di Roseto e ai piani urbanistici, dall’altro.
Oltre a questo, anche se basterebbe a depennare completamente la legge dalla storia di Regione Abruzzo, viene smentito anche quanto sostiene il centrodestra in merito alla tutela paesaggistica: l’applicazione dell’art. 142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio presuppone, infatti, che esista una riserva. Viene poi confermato anche quanto abbiamo sempre sostenuto, e cioè che la legge è illegittima perché non ha rispettato il procedimento legislativo ed è stata approvata senza coinvolgere gli enti territoriali interessati.
Tutto questo è inaccettabile - incalza D’Amico - Forza Italia, con l’avallo e il sostegno di Fratelli D’Italia e Lega, ha sferrato un duro colpo al patrimonio naturalistico abruzzese. Noi abbiamo il dovere di difendere la nostra terra da chi non la conosce, non la ama e soprattutto la vede come un patrimonio da depauperare in nome del consenso elettorale, o peggio. Ieri è toccato al Parco Sirente Velino in provincia dell’Aquila, oggi alla Riserva del Borsacchio in provincia di Teramo, dobbiamo vigilare affinché non si verifichino più azioni di questo tipo, che potrebbero coinvolgere anche altri luoghi meravigliosi del nostro Abruzzo. Non vogliamo più nella nostra Regione chi pretende di imporre un’azione di governo senza l’ascolto dei territori e dei cittadini, senza alcuna visione di sviluppo sostenibile, o senza reale rispetto per una terra, come la nostra, che viene considerata regione verde d’Europa proprio per la sua biodiversità”, conclude.
GIULIOCESARE SOTTANELLI
“Anche il Ministero della Cultura boccia Marsilio sulla riperimetrazione della Riserva del Borsacchio, che prevedeva la riduzione dell’estensione da 1.100 ettari a soli 24,7 ettari. In pratica la Regione aveva deciso di cancellare la riserva, il governo non ha potuto che dire no a questo scempio nella forma e nella sostanza”. Lo dichiara Giulio Sottanelli, deputato abruzzese di Azione, che aggiunge: “L’ufficio legislativo del Mic evidenzia tutti i vizi di una delibera sconcertante, per la riserva, per la tutela dell’ambiente, per tutto il territorio. Tutto quello che noi avevamo denunciato da subito. Una decisione calata dall’alto, senza alcuna relazione tecnico-scientifica, senza mai coinvolgere gli Enti locali. Per Marsilio si tratta di una stroncatura netta, a conferma di quanto poco il governatore uscente conosca l’Abruzzo e si interessi del territorio. Cose che gli elettori abruzzesi hanno ormai capito bene, dopo cinque anni di pessimo governo regionale. Domenica – conclude – potranno finalmente voltare pagina”.
MARCO BORGATTIIl Ministero della Cultura ha espresso con fermezza il proprio parere sulla legge della Regione Abruzzo, la quale ha tagliato la Riserva del Borsacchio, sottolineando le gravi violazioni costituzionali che questa decisione comporta. Tale posizione è stata trasmessa ufficialmente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Secondo il parere del Ministero, la legge regionale viola la Costituzione su tre fronti distinti. Primo, la mancanza di una riserva rende impossibile l'applicazione dell'art. 142 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, che è fondamentale per la tutela del patrimonio paesaggistico. Secondo, la legge è stata approvata senza coinvolgere gli enti territoriali interessati, tra cui il Comune di Roseto e la Provincia di Teramo, violando così il principio di sussidiarietà e il diritto alla partecipazione delle autorità locali. Terzo, la legge apre la strada a interventi edilizi straordinari senza rispettare regolamenti comunali o piani urbanistici, mettendo a rischio la tutela e la conservazione del territorio.
Il Capo dell'Ufficio Legislativo del Ministero della Cultura ha sollevato la questione di incostituzionalità della Legge Regione Abruzzo n. 4 del 25/01/2024 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Egli ha sottolineato che questa legge ha operato la sostanziale cancellazione della Riserva Borsacchio, in palese violazione del procedimento previsto dalla Legge Quadro sulle Aree Protette e dell'articolo 117 della Costituzione, che sancisce il principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni. La mancanza di consultazione preventiva degli Enti Locali interessati e l'omissione nell'individuare gli obiettivi da perseguire e valutare gli effetti prodotti sono elementi chiave che sottolineano l'irregolarità di questa legge.
L'attenzione ora si sposta sulla decisione del Governo riguardo alla promozione della questione d'incostituzionalità davanti alla Corte Costituzionale. Il termine per questa azione è fissato entro i 60 giorni dalla pubblicazione della legge, ossia entro il 25 marzo 2024. Si tratta di un momento cruciale per la tutela del patrimonio ambientale e culturale della regione Abruzzo e per il rispetto dei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione italiana.
Marco Borgatti