Caro Antonio,leggo il tuo commento sul Palazzo della sanità da abbattere e ricostruire aumentandone la cubatura nello stesso identico luogo. Condivido le tue argomentazioni aggiungendo qualche elemento di conoscenza che meglio dovrebbe contribuire a una più ponderata decisione del Consiglio comunale.
All'epoca della costruzione dell'incongruo edificio alla fine degli anni sessanta si sviluppò una polemica su una scelta che andava a compromettere una piazza che già aveva avuto ferite difficilmente sanabili( la costruzione del tetragono Palazzo Incis su aree tra le più identitarie della città, l'abbattimento dell'Albergo Giardino per costruirvi un falansterio cementizio come sede della Banca popolare di Teramo e Città S Angelo.).
Il Palazzo della Sanità così ingloriosamente vulnerato dai terremoti recenti andava a concludere l'opera manomettendo una Piazza poi trasformata in squallido parcheggio per auto.
Il disdoro per la città e per la povera e compianta prof. Maria Manetta che tanto si batte' contro quello scempio fu grande. La visuale del grande Palazzo Manetta edificato da Francesco Manetta nel 1901 su progetto di Ernesto Narcisi in stile neoclassico fu compromessa e quel mattonato che avrebbe dato dignità a una piazza dedicata ai Martiri Pennesi ( ma ci si ricorda chi furono?) fu messo in ombra e nascosto dal quel brutto e buio Palazzo che oggi si vorrebbe ricostruire.
Il passato nulla ci insegna?
Perché non approfittare della occasione per delocalizzare in area acconcia l'edificio in questione e finalmente con un progetto d'assieme ripensare quell'area così vilipesa e, guardando oltre il proprio naso, restituire alla fruizione pubblica, che non sia un povero parcheggio, un angolo di centro storico che voglia continuare a vivere.
C'è bisogno di un colpo d'ala,una qualche visione che faccia uscire Teramo dalla neghittosa quotidianità in cui si dibatte.
Questo è il mio auspicio e quanto mi ero permesso di suggerire al Sindaco qualche mese fa.
GIGI PONZIANI
Questo è il prospetto di Palazzo Manetta secondo la riproduzione che ne fece su mia sollecitazione un quindicennio fa il compianto arch. Emiliano Manari troppo prematuramente scomparso