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ospedale-popoli-585x390L’inchiesta sul presunto mega raggiro ai danni degli anziani ospiti di Casa Serena Santa Maria della Pace di Fontecchio che punta a ricostruire il giro degli investimenti delle somme uscite dai conti degli anziani coinvolge anche Teramo. Nella vicenda sono indagati i gestori della struttura, Piero Melonio, 65 anni, e la moglie Gilda Bernabei. Lui è indagato per circonvenzione di persone incapaci e lei di uso di denaro di provenienza illecita. Accuse respinte nel corso dei vari interrogatori davanti al gip. Una donna teramana avrebbe donato prima di morire alla Curia di Teramo-Atri un patrimonio di 200 mila euro, ma la Compagnia delle Fiamme gialle dell'Aquila ha deciso di sequestrare la somma a scopo preventivo. La vicenda, finita sotto la lente di ingrandimento del Pm aquilano Roberta D'Avolio, scrive questa mattina il quotidiano Il Messaggero, rientra nell'inchiesta che a ottobre aveva portato in carcere Piero Melonio e la moglie Gilda Bernabei, accusati di aver sottratto 2 milioni di euro agli anziani ospiti, affetti da gravi patologie, della Casa di riposo Casa Serena Santa Maria della Pace di Fontecchio. La donazione alla Curia di Teramo-Atri sarebbe avvenuta alla vigila di Natale del 2010, alla presenza del notaio aquilano Vincenzo Galeota, del vescovo di Teramo-Atri, monsignor Michele Seccia, del vicario diocesano sempre di Teramo, monsignor Davide Pagnotella ed infine del diacono della parrocchia di Sant'Eusanio Forconese, Paolo Giuliani. Religiosi non indagati, scrive sempre il Messaggero ma la vicenda è quella che nell'inchiesta ha avuto maggiore peso visto che l'anziana ospite, poi deceduta, avrebbe cointestato all'indagato Melonio i denari depositati sul proprio conto: 1 milione ed 800 mila euro. Alla Curia teramana l'anziana ospite (sorella di un ex sacerdote) avrebbe donato fabbricati per 150 mila euro circa e terreni per altri 40 mila euro, senza che lo stesso Melonio impedisse il perfezionamento dell'atto «pur consapevole della malattia psichica» della stessa ospite, un'ex insegnante. In virtù del fatto, secondo l'accusa, che l'anziana al momento dell'atto notarile non fosse consapevole di ciò che stava firmando, la Procura dell'Aquila ha disposto il sequestro preventivo, eseguito ieri dalle Fiamme gialle. Una vicenda tutta ancora da chiarire.