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Torna a denunciare la grave situazione di abbandono dell'area compresa tra via Flajani e via Piave il signor Domenico Crocetti. «Sono oramai trascorsi oltre tre anni dall'ultima bonifica delle aree verdi di Via Piave (orti retrostanti agli alloggi disabitati  delle "casette basse" e scarpate tra Via Flajani - Via Tordino e Via Piave) senza che l'ATER si decida a risanare i siti, NONOSTANTE INCOMBA SULL'AZIENDA UNA DIFFIDA Del COMUNE DI TERAMO AI SENSI DELL'ART. 42 DEL REGOLAMENTO EDILIZIO. Sarebbe auspicabile un servizio fotografico o televisivo su questi ameni luoghi,al degrado dei quali contribuiscono abitanti o cittadini  dotati di scarso senso civico con gettito o  deposito di buste di immondizia, vecchie finestre, reti da letto e quant'altro sulle scarpate o tra gli spazi che intercorrono tra le "casette basse". E' ovvio che - senza voler giustificare nessuno - questa situazione di incuria e abbandono favorisce la convinzione che a Via Piave tutto si può. Vane, inoltre, sono state le richieste all'ATER di fare una perizia sui rami degli alberi che incombono sullo "stradone. Nell'autunno 2015 un grosso  ramo di una pianta di noce selvatica (?), cresciuta sul canalone del muraglione cadde su Via Po, fortunatamente senza colpo ferire. Inoltre le due scalinate che collegano Via Piave con lo "stradone" raramente vengono spazzate: quella che scende 50 metri prima di Gran Sasso Gomme è priva di un impianto di illuminazione e altrettanto vane sono state le richieste  rivolte all'Assessore ai LL.PP. di provvedere.al riguardo. Si pensava che l'attuazione del PRU di Via Piave potesse risanare questi malsani siti, ma  ben sapete come è andato a finire il Programma di Recupero Urbano del quale mal non sarebbe rinfrescare la memoria ai nostri benemeriti amministratori od ex amministratori, ascoltando - se permettete - un'autorità in materia: l'ex consigliere comunale Valdo Di Bonaventura, funzionario dell'ATER. Infine - per il momento - i marciapiedi di Via Roma sono in uno stato di assoluto dissesto. Più di un malcapitato vi è inciampato. Per non parlare delle buche delle strade del quartiere. Signori, io mi fermo qui», conclude Domenico Crocetti.