
Per questa città sta suonando la marcia funebre, con i cittadini che piangono dietro il feretro e i politici che ridacchiano in fondo al corteo, mentre si dividono poltrone ed incarichi alla faccia di chi non arriva a fine mese. In tre notizie dell'ultima settimana c'è tutta la sintesi del "requiem per le terre teramane": dapprima la Giunta a 9 o a 10, con i "cinici" che mettono da parte progettualità innovative, politica di qualità e giunta a 5 (massimo a 6), pur di avere il loro spazio, quindi l'investitura ufficiale di Brucchi al Parlamento da parte di Forza Italia, infine l'accordo Gatti - Ginoble - Mariani per i vertici del BIM.
Brucchi e Gatti hanno bisogno di consensi, per Tancredi si vocifera da tempo di un incarico presso un'Authority in cambio del suo seggio, Mariani e Ginoble devono rafforzarsi per le rispettive poltrone, ed ecco che l'asse sinistra-centro-destra è servito, con buona pace dei cittadini, delle ideologie, dei movimenti civici. Il Sindaco raschia il fondo del barile e cede ormai su tutto pur di avere i voti necessari a sostenere la sua candidatura. Dopo 9 anni passati a progettare il nulla e far cadere Teramo nell'abisso delle peggiori città italiane, davanti solo alle peggiori realtà del profondo sud, adesso il Sindaco più inutile di tutti i tempi finge di prodigarsi alla ricerca di interventi nazionali e fondi europei, come se non sapesse che il nostro problema non sono i fondi (dato che restituiamo all'Europa, ogni anno, per inutilizzo, oltre l'80% degli stanziamenti) ma l'incapacità di raccogliere idee e realizzare progetti. Che fine hanno fatto i laboratori di idee, le iniziative per i giovani, le favole raccontate in campagna elettorale?


Sorvola, infine, il Sindaco, sul fatto che non avrà neppure il tempo di vederli, i prossimi interventi, dato che - al massimo a gennaio del prossimo anno - dovrà per forza abbandonare la città al suo destino, consegnandola al commissario straordinario, per candidarsi alle politiche 2018. Applausi a scena aperta.
E che dire degli altri "salvatori della patria", che in questi giorni si prodigano per trovare nuovi alleati. Gatti, dopo una duplice legislatura regionale fatta di precarietà (per gli altri), accetta di buon grado di sacrificare l'assessore all'indifferenza Francesca Lucantoni, ormai sistemata altrove, dando soddisfazione, per qualche mese, ad altri stretti collaboratori, e stringendo sul BIM un patto di non belligeranza con Ginoble (con la benedizione di Mariani, che consolida la sua posizione regionale), affinché ognuno possa coltivare il suo orticello senza darsi reciprocamente fastidio. Peccato che tutti ci siano costati, nel frattempo, molto più di quanto hanno prodotto. Se dovessimo chiedere un conguaglio per il rendimento, dovrebbero restituire centinaia di migliaia di euro ai cittadini.
Fenomenale il PD teramano, che ancora una volta - dopo aver attaccato l'unico movimento davvero civico e leale - si sta dividendo in due, forse in tre, per perdere le nuovamente le elezioni, in favore del centro destra. Sono bravissimi a farsi telecomandare per mettere uno contro l'altro D'Alberto e Cavallari, gli unici due che, se corressero insieme, potrebbero invece vincere a mani basse per le qualità politiche e morali che li contraddistinguono. Anche qui, standing ovation.
Quale morale si può trarre da questa situazione? La politica logora chi non ne fa parte ed è ormai chiaro che ha il compito di non far funzionare la Pubblica Amministrazione, di allontanare gli elementi validi, affinché possa poi risolvere (o far finta di risolvere) i problemi che ha creato, così da alimentare quel clientelismo becero che ha dichiarato la morte dei nostri territori.
Non resta che l'amara realtà. Chi, come me, ha superato da tempo il limite per andar via, dovrà rimboccarsi le maniche e cercare di raccogliere i cocci che resteranno, di rimetterli insieme, di sacrificarsi per il futuro di figli e nipoti. Chi è diversamente giovane (anziano è un termine politicamente scorretto), dovrà fidarsi e prepararsi a resistere. A chi è giovane e può ancora permettersi di andar via e cercare nuove opportunità, non resta che farlo, per inseguire i propri sogni, credere in se stesso, essere indipendente, crescere e diventar bravo lontano da qui, dove è possibile per meriti e non per aver leccato i deretani giusti. Potrà tornare, se ne avrà voglia, quando sarà realmente indipendente e potrà prendere a pernacchie chi ha ridotto in questo modo queste terre meravigliose. E contribuire a ricostruirle. Qui, per i prossimi anni, ci saranno soltanto lacrime e sangue, fatica e sudore, per quanti vorranno impegnarsi nella rinascita del nostro territorio. Per tutti gli altri, ottusi che continuano a votare gli stessi devastatori di professione che oggi tornano a chiedere voti, il menù offre psicofarmaci, gioco d'azzardo, alcool e droga, oppure la prostituzione, a testa bassa, al soldo del signorotto di turno, che dispenserà qualche briciola a vassalli, valvassori, valvassini e servi della gleba, continuando a prosperare ai loro danni. Analisi impietosa? Forse, ma ditemi voi se negli ultimi dieci anni non è già successo quello di cui stiamo parlando.
Gianluca Pomante
Consigliere Comunale Arancione