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«L'avvenuta messa in onda del servizio realizzato dal programma di Mediaset “Le Iene”, purtroppo, ha sortito gli effetti che erano stati ampiamente previsti nel precedente comunicato stampa, e cioé, spargere indiscriminatamente paure e timori circa la qualità delle acque distribuite nella rete delle acque potabili da Ruzzo Reti». Lo hanno ribadito, per l'ennesima volta in risposta al servizio mandato in onda la scorsa settimana nel programma televisivo il cda della Ruzzo Reti. «A tal proposito, quindi, e per l'ennesima volta, è necessario ribadire alcuni concetti chiave: 1) Le analisi, effettuate in autocontrollo da Ruzzo Reti, non hanno mai accertato alcuna anomalia, neanche il 29 agosto 2016, cioè il giorno precedente  alle analisi effettuate dall'Arta per conto della ASL; 2) Le analisi effettuate dall'Arta il 30/8/2016, hanno rilevato il superamento del parametro relativo al diclorometano al punto di captazione n. 1917 (Pozzetto INFN) con un valore pari a 0,335 microgrammi/litro, rispetto ad un limite consigliato dall'Istituto Superiore per la Sanità pari a 0,15 microgrammi/litro; va segnalato che per il medesimo parametro, secondo quanto riferito dal Vice Presidente della Giunta Regionale d' Abruzzo, Giovanni Lolli, in una recente nota, l'OMS raccomanda un limite di 20 microgrammi/litro, quindi 60 volte superiore rispetto al valore riscontrato; 3) Dal momento che la captazione delle acque provenienti dal pozzetto n 1917 rappresenta solo una minima parte delle acque complessivamente captate dall'acquifero del Gran Sasso, la qualità complessiva delle acque immesse in rete non è stata mai compromessa, tant'è che le medesime analisi effettuate nello stesso giorno 30/8/2016 dall'Arta, hanno rilevato, nel punto di uscita della conduttura idrica dal Gran Sasso, un valore pari a 0,042 microgrammi/litro: più di tre volte inferiore al valore consigliato dall'ISS; 4) In ogni caso, e solo a scopo prudenziale, su disposizione del SIAN della ASL, a partire dal 1° settembre 2016, la captazione dal pozzetto n. 1917 è stata sospesa, ed è stata ripristinata solo il 17 gennaio 2017, con una serie di ulteriori prescrizioni ed analisi da parte del SIAN, finalizzate ad incrementare le misure di sicurezza relative a tale captazione. E' necessario, altresì, fare ulteriori considerazioni: 1) Il sistema dei controlli ha dimostrato la sua validità, proprio in relazione all'evento segnalato; 2) Quanto al contestato obbligo di informativa alla cittadinanza, è opportuno riportare puntualmente la disposizione contenuta all'art. 8, comma 5 del D. LGS n. 195 del 19 agosto 2005 sull´accesso del pubblico all´informazione ambientale: “In caso di minaccia imminente per la salute umana e per l'ambiente, causata da attività o dovuta a cause naturali, le autorità pubbliche, nell'ambito dell'espletamento delle attività di Protezione Civile previste dalla Legge  24 febbraio 1992 n. 225, e successive modificazioni, e dalle altre disposizioni in  materia, diffondono, senza indugio, le informazioni detenute che permettono, a chiunque possa esserne colpito, di adottare misure atte a prevenire o alleviare i danni derivanti da tale minaccia”. Ebbene, non sembra che ci si trovasse in tale condizione, visto che l'acqua immessa in rete è stata sempre perfettamente potabile. 3) Quanto al presunto obbligo informativo legato all'avvio dell'utilizzo del potabilizzatore di Montorio, va precisato che il potabilizzatore era già in funzione, proprio perché autorizzato ad integrare l'acqua di sorgente durante il periodo estivo e, quindi, il 3 ottobre 2016, era stata inoltrata alla Regione la sola istanza di proroga di tale autorizzazione, motivata dalla mancata captazione al pozzetto n.1917 dell'INFN», spiega il Presidente Antonio Forlini. «Vanno fatte ulteriori considerazioni sul complessivo assetto dell’Acquifero del Gran Sasso: 1) E' evidente che, sull'acquifero del Gran Sasso, insistono tre attività potenzialmente in conflitto fra loro: la captazione di acqua potabile di eccellente qualità operata da Ruzzo Reti e Gran Sasso Acqua (gestore del versante aquilano che capta circa 650 litri/s), il traffico autostradale che insiste sulla A 24 nel tratto interno al traforo del Gran Sasso e gli esperimenti condotti all'interno dell'INFN – Laboratorio del Gran Sasso che, utilizzando sostanze potenzialmente pericolose, potrebbero teoricamente mettere a rischio la qualità delle acque destinate al consumo umano. 2) Dal momento che non è ipotizzabile la rinuncia a nessuna delle tre attività, è indispensabile trovare un contemperamento degli interessi contrapposti che consenta di mettere definitivamente in sicurezza la captazione delle acque, destinando a tale scopo le risorse necessarie affinché, attraverso interventi strutturali e con l'utilizzo di tecnologie migliori e più performanti rispetto alle attuali, i problemi recentemente verificatisi non abbiano più a ripetersi. Intanto, la Ruzzo Reti ha già avviato una procedura con richiesta risarcitoria del danno causato dall’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare per quello sversamento. All’ufficio legale è stato chiesto anche di verificare se ci sono gli estremi per citare in giudizio anche Le Iene per il danno di immagine causato e per il procurato allarme.