
“PER IL VECCHIO OSPEDALE PSICHIATRICO”
“PER IL VECCHIO OSPEDALE PSICHIATRICO”
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E intanto l'ex ospedale psichiatrico di Cinconvallazione Ragusa ancora “spande morto”.
Tanti sono e sono stati gli annunci di progetti di ristrutturazione e riqualificazione di quell'immenso immobile e di grande importanza per la città di Teramo e non solo.
Tutti ricordiamo le promesse e gli annunci effimeri e poi irrealizzati del “grande progetto Jessica”,
da come veniva presentato dal sindaco di Teramo Brucchi, svanito poi in un attimo, come una bolla di sapone, per il repentino ritiro del Sindaco de' L'Aquila Cialente.
Lo stesso “piano Anci” che prevedeva il recupero con il coinvolgimento della A.S.L., il Comune e la Provincia di Teramo, che intervenivano con fondi ricavati da vendite di propri immobili.
Ricordo il pericolo scampato della “folle cartolarizzazione”, o meglio detto della svendita, che comprendeva il medesimo, appunto per fare cassa e poter quindi ripianare il debito di tutta la sanità regionale abruzzese. Battaglia politica dove il partito comunista, tra la sordità assoluta di tutte le altre forze politiche, fu in prima fila, insieme all'associazione il “Il Tribunale del Malato” (l'unica non lottizzata), ad opporsi fermamente e proponendo che fosse rilevato in qualche forma di negozio giuridico dalla “Fondazione Tercas” e “dall'Università”, e ridato alla collettività teramana, già come progetto di “cittadella della cultura” e con le facoltà universitarie all'interno.
Oggi di nuovo torna il tema per il già tanto sbandierato “masterplan regionale”: ristrutturazione e riqualificazione del complesso con lo stanziamento ad hoc di 35 milioni di euro … vedremo. Come lo stesso staremo in attesa di questa cessione per anni 90 in “comodato d'uso” tra la A.S.L. e “UNI.TE” L'Università di Teramo) che darà a questa ultima la possibilità di destinarlo, come annunciato, al “Centro Internazionale di Cultura Artistica e Musicale”; sempre nel rispetto del vincolo che esiste sull'immobile che è quello della destinazione psichiatrica, infatti la A.S.L. se ne riserverà una piccola parte per tale uso.
Ebbene, detto ciò, il partito comunista di Teramo, pur dichiarandosi fiducioso per tutta l'iter giuridico che riporterebbe alla vita questo importante compendio immobiliare teramano, ma restando alquanto scettico sui fondi masterplan regionali, resta sempre della idea del trasferimento delle facoltà universitarie all'interno di questo sito, appunto per riportare la cultura, l'Università al centro di Teramo, per la rivitalizzazione stessa della città, come d'altronde tutto ciò è evidente in tante e tante altre realtà urbane italiane, Ascoli Piceno, Macerata, Fermo, Chieti, L'aquila, ecc. … ecc. … ecc. … .
Inoltre si andrebbe a dare un colpo significativo ed alternativo a quella vecchia politica demo-cristiana di tancrediana memoria che scelse l'Università teramana sui colli e lontana dalla città, e lo stesso si andrebbe a colpire la politica di quella pseudo sinistra (oggi rappresentata dal partito democratico) che con il suo rettorato di riferimento, in accordo completo con i massimi referenti territoriali (regionali e provinciali del tempo), ne smembrò l'unità, spalmandola con succursali e piccole sedi in tutto il territorio provinciale e oltre.
Inoltre siano i cittadini e i vari operatori sociali a decidere la destinazione e l'uso del complesso, anche perché noi comunisti siamo sempre a favore di quella urbanistica partecipata, ed alternativi fortemente a quella prescrittiva che giunge per decisioni prese dall'alto.
Mario Ferzetti
(Partito Comunista - Teramo)
