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Crisi al Comune di Teramo. Manola Di Pasquale: "Da anni senza un governo e una programmazione, è il tempo della responsabilità: bisogna decidere da che parte stare" Le dimissioni del sindaco Brucchi, che siano o meno l'ultimo atto di una maggioranza che tutto è stata tranne che "coalizione" visto che su nulla, nemmeno sulla tragedia del terremoto, ha sentito il dovere di coalizzarsi in nome del bene comune, impone qui ed ora delle scelte. A prescindere dalle tecniche dilatorie tipiche del Palazzo - perchè quel Municipio di Piazza Martiri da tempo non è più la casa dei cittadini ma solo un Palazzo d'Inverno abitato da oppressori senza lignaggio dove si trama per uccidere i fratelli - questa è una città senza amministrazione e senza programmazione da molti, troppi anni a prescindere da quello che Brucchi potrà o dovrà fare. Ricostruzione, Ospedale unico, Università, Imprese e Commercio allo stremo, gli errori persino imbarazzanti sul progetto del rifacimento del Corso - il cuore della città - ; la rinuncia a gestire la vicenda del Teatro comunale e i conflitti, sul piano della programmazione culturale, che ne discendono; tutte le questioni socio-urbanistiche irrisolte semplicemente perchè non affrontate. Questa è una città bombardata che ha bisogno di un Piano Marshall e a nessuno può essere consentito di continuare a galleggiare o, peggio, a strumentalizzare la sua debolezza per guadagnarsi un posto al sole o rifarsi una verginità.  Questo è il momento della chiarezza e delle scelte soprattutto per tutte le forze che si sono ritrovate, al ballottaggio, nell'ampia coalizione di centrosinistra alternativa alla candidatura di Brucchi a Sindaco e che in Consiglio hanno lavorato insieme.  A partire dal PD cittadino, dalle forze di sinistra, dalle civiche e da Abruzzo Civico va ritrovato l'orgoglio della differenza, non sugli uomini e sulle donne, ma sul metodo. Un metodo che deve partire da un ragionamento politico, che deve calarsi sulle scelte locali e che non può esimersi, ora, non domani, dallo schierarsi rispetto alle grandi questioni che riguardano la città e quindi il suo governo. Il 25 aprile che abbiamo appena festeggiato ci richiama al dovere della Resistenza (in questo caso inteso come il dovere della città a non rassegnarci) e a quello della Responsabilità che sempre devono essere sostenuti dal senso critico dei cittadini come delle forze politiche. E senso critico vuol dire, innanzitutto, capire e comprendere che non è tutto uguale e quali sono le differenze. Che ci sono e sono importanti.  Ho letto le dichiarazioni di Gianluca Pomante - con il quale, insieme, siamo andati al ballottaggio -  e riflettuto molto: posso anche capire l'amarezza per l'indeterminatezza, in alcuni passaggi, del Partito Democratico ma Abruzzo Civico, che governa insieme al PD in Provincia, non sta facendo molto per farci capire dove vuole condursi, con chi e soprattutto con quale programma. Teramo non può diventare un ulteriore luogo di battaglia a scapito dei cittadini. Noi che ci siamo riconosciuti in un progetto e in un programma alternativo al centrodestra ora, non domani, dobbiamo far conoscere il nostro Piano Marshall, dobbiamo essere chiari sulle nostre scelte e sul nostro futuro. Ci sono troppe cose da decidere e troppe cose da fare; poi, certo, si può continuare a condurre - e questa è una tentazione antica anche a sinistra - una schermaglia per le rendite di posizione ma Teramo avrà perso un'altra volta. Manola Di Pasquale Dirigente regionale PD Già candidato sindaco comune Teramo