l'editoriale di ANTONIO D'AMORE
di ANTONIO D'AMORE
Si cucinava. Alle 13,08 di oggi, nelle case dei teramani, si cucinava. E si cucinava nei ristoranti. Negli ospedali si mangiava già, così come nelle case di riposo, nelle scuole, negli asili. C’era tutta una normalità di vita, alle 13,08, mentre la Asl comunicava al Ruzzo che c’era qualcosa che, al contrario, normale non era. Qualcosa più di un dettaglio trascurabile, qualcosa più di un particolare sottovalutabile, qualcosa più di una notizia da non divulgare subito con il massimo della visibilità possibile: l’acqua non è potabile. Sì, la nostra acqua, quella della quale ci siamo vantati per anni, quella che abbiamo orgogliosamente “venduto” come figlia del “ventre” della montagna, e quindi purissima, non è più potabile. Lo dice la Asl al Ruzzo, perché alla Asl lo hanno detto i tecnici dell’Arta, l’Agenzia regionale dell’Ambiente, che hanno effettuato i prelievi a Casale San Nicola (nei pressi dei Laboratori Nazionali di Isola del Gran Sasso), sempre a Casale San Nicola, (nei pressi dello sbarramento a destra e sinistra delle captazioni) e a Fano a Corno (al fontanino del bivio per Cerchiara). Tre prelievi, un solo identico risultato: NON CONFORME. Motivi: “odore non accettabile, sapore non accettabile”. Io non so, che riferimento siano l’odore e il sapore e se un’analisi di naso e di gola possa bastare a stabilire che l’acqua non è buona. Evidentemente, sì, se è vero come è vero che poi la Asl ordina al Ruzzo di mettere a scarico le captazioni, cioè di scaricare l’acqua nei fiumi e non immetterla in rete, e ne vieta il consumo alimentare. Erano le 13,08, la Asl scrive al Ruzzo, a Strada dei Parchi, al Laboratori del Gran Sasso, alla Prefettura di Teramo, alla Prefettura dell’Aquila, all’ Ato, alla Regione – direzione Lavori Pubblici, alla Regione – direzione Salute e Welfare, al vicepresidente della Giunta Regionale e, per conoscenza: al direttore generale, al direttore sanitario e al direttore amministrativo della Asl. Manca qualcuno? Sì: NOI. Mancano i cittadini, perché dalle 13,08 alle 18,20, quando, per qualche curioso incastro della rete, la notizia ha preso timidamente a circolare, prima che i siti la riprendessero e finalmente diventasse pubblica, NESSUNO CI HA AVVERTITI. Nessuno, per ore, ha ritenuto necessario spiegare a quasi tutta la provincia di Teramo che non avrebbe dovuto aprire i rubinetti per bere. Nessuno. Tra Ruzzo, Strada dei Parchi, Laboratori del Gran Sasso, Prefettura di Teramo, Prefettura dell’Aquila, Ato, Regione – direzione Lavori Pubblici, Regione – direzione Salute e Welfare e vicepresidente della Giunta Regionale, nessuno che abbia considerato prioritario avvertire la popolazione. Solo un comunicato sul sito del Ruzzo, dal titolo affatto chiaro: “Disposizione Sian Asl Teramo”. Già, forse scrivere “Vietato bere l’acqua” sarebbe stato probabilmente molto meno chiaro, meglio “Disposizione Sian Asl Teramo”, tanto a chi volete che interessi se l’acqua non si può più bere. Una vergognosa, umiliante mancanza di capacità di gestione dell’informazione da parte di tutti gli enti, che ha di fatto condannato tutti i residenti nei Comuni coinvolti a bere un’acqua che non era più potabile…da IERI. Già, perché se la nota della Asl è di oggi, alle 13,08, le analisi che hanno palesato la non conformità dell’acqua nei punti di analisi, sono state effettuate ieri. Più di 24 ore prima della nota, che nessuno ha reso pubblica. Per oltre 24 ore abbiamo bevuto un’acqua che non avremmo dovuto bere. L’hanno bevuta i nostri figli, i nostri anziani, i ricoverati… tutti. E non solo: perché se è mancata la prima notizia, quella sullo scoppio della “crisi”, mancano totalmente quelle sulla gestione: i supermercati sono stati presi d’assalto, l’acqua in bottiglia è già finita ovunque, ma… i bar come devono comportarsi? E i ristoranti stasera? E i fornai, che stanotte dovranno panificare? Domande che resteranno senza risposta, perché nessuno ha ritenuto doveroso avvertirci, così come nessuno ha ritenuto doveroso dirci perché sia NON CONFORME, a meno che davvero non si vada “a naso e a gola” nel giudicare la non potabilità dall’acqua. E nessuno ci dirà come fare. Ci accapiglieremo nei supermercati, riempiremo vasche e taniche per lavarci e, prima o poi, anche questa passerà. Come è passato il terremoto, come è passato il maltempo. Anche l’acqua malata passerà. Quasi tutta. Ne resterà tanta, in bocca a chi dovrebbe avere la dignità di parlare per vergognarsi. Ma non lo farà.