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Nel primo pomeriggio di ieri 19 maggio 2017, i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Teramo diretti dal Cap. Pietro Fiano e coordinati dal Magg. Riziero Asci, hanno tratto in arresto, in esecuzione di un’Ordinanza di Custodia Cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Teramo, dr. Roberto Veneziano, due donne, E.P. 55enne e L.L. 30enne, entrambe di etnia ROM ed originarie di Pescara, per concorso in furto aggravato in sette esercizi commerciali di Teramo ed Isola del Gran Sasso d’Italia. Al termine di complessa attività investigativa, coordinata dal Sostituto Procuratore della Repubblica, dr. Luca Sciarretta, venivano raccolti inconfutabili elementi probatori a carico delle due donne tali da consentire al G.I.P. di emettere nei loro confronti la misura restrittiva che veniva eseguita dagli investigatori del Nucleo Operativo e Radiomobile di Teramo in collaborazione con i militari dell’Arma di Tivoli (RM), proprio in quel centro ove le due donne venivano rintracciate. Le arrestate, al termine delle formalità di rito, venivano tradotte presso la casa circondariale di Rebibbia in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Le indagini permettevano di addebitare alle predette ben sette furti in esercizi commerciali fra cui mercerie, fruttivendoli, enoteche ed una gioielleria. In tutti i casi, le donne, dopo aver distratto il titolare, riuscivano ad asportare portafogli, borse e marsupi da cui trafugavano denaro contante e tessere bancomat e, in almeno due occasioni, sono stati effettuati anche prelievi fraudolenti. Nella gioielleria, in particolare, veniva sottratto un rotolo contenente oggetti di corallo. Il danno complessivo causato dalle arrestate ammonta a circa € 25.000. Nei confronti di una delle due donne, inoltre, pendeva un ordine di carcerazione per l’espiazione di una pena detentiva di sette anni di reclusione, emesso dalla Procura della Repubblica di Avezzano, per cumulo di pena per i reati di furto avvenuti in Atessa (CH), Arcevia (AN) e Aielli (AQ), prova evidente che i furti commessi in Provincia di Teramo non erano i primi.