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“La questione è di tipo tecnico-giuridico: abbiamo una persona che si è fatta 58 giorni di carcere perché la Regione nega il rimborso del farmaco, c'è la Costituzione violata e con un provvedimento amministrativo è stato disapplicato un testo di legge”, ha dichiarato l'avv. Vincenzo Di Nanna, ascoltato dalla Commissione di vigilanza nel corso dell'audizione richiesta da Maurizio Acerbo al Consiglio Regionale in merito al decreto attuativo a firma del commissario ad acta Luciano D'Alfonso della legge del 2010 che regola la prescrizione dei farmaci a base di cannabis, della quale il segretario di Rifondazione Comunista fu primo firmatario. Il provvedimento è stato ribattezzato "contra Peregrinum" in quanto esclude le terapie per il dolore di patologie come la fibromialgia da cui è affetto Fabrizio Pellegrini, assistito dal segretario di AGL Abruzzi.

“Pellegrini già dal 2007 scrive all'ASL di Chieti spiegando che è indigente e non può permettersi il costo del farmaco, ricevendo solo risposte negative, tanto che inizia la condotta di coltivazione ancora prevista come reato anche se a uso personale terapeutico. Le leggi Acerbo hanno un destino crudele in Abruzzo: sono buone leggi disapplicate. Siamo di fronte a un provvedimento abnorme adottato in carenza di potere, le cui conseguenze ricadono sui malati che dovrebbero avere accesso ai farmaci gratuitamente”, ha aggiunto Di Nanna.

“La legge prevede che i medici specialistici prescrivano secondo coscienza. Il testo non stabilisce alcuna gerarchia: perché i dolori di Pellegrini affetto da fibromialgia non dovrebbero essere oggetto di rimborso? Non vi è una virgola in questa norma, in vigore ma disapplicata come quella sul Garante dei detenuti, che consenta a un funzionario pubblico di modificarla. L'art. 32 della Costituzione non è derogabile: se il malato non ha i mezzi non spetta all'assessore decidere quale patologia vada curata e quale no”.