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Il Sindaco "dimissionario - scusate scherzavo" continua a progettare il nulla con il chiaro intento di resistere sino alle prossime elezioni politiche, sperando di poter ambire ad una poltrona o, quantomeno, di poter scambiare il suo "pacchetto" di voti con una diversa collocazione. Così come stan facendo i c.d. dissidenti (che io chiamerei più disorientati, visto che non riescono a trovare la retta via). Mentre cincischia sui fondi del Masterplan, che non arriveranno mai perché la Regione non ha i Consuntivi in ordine, perde ulteriori occasioni, ulteriori fondi che, invece, andrebbero utilizzati. E mentre "loro" sgomitano per far prevalere un "pastore" sugli altri e per dividersi le (poche) poltrone rimaste, i cittadini assistono impotenti al degrado di una città ormai in ginocchio dal punto di vista economico e sociale. Si aggiunge alla singolarità di questa situazione la perplessità dei migranti, richiedenti asilo ma soprattutto richiedenti un'occasione di vita migliore, che ciondolano da un lato all'altro della città, spesso senza meta, incuriositi dalla frettolosità dei teramani. Se avessero dato loro un pallone da basket, anzichè gli smartphone, forse si divertirebbero di più e i nostri anziani avrebbero qualche partita da ammirare, oltre ai lavori del corso. Parlare con questi ragazzi è un'esperienza che consiglio a chiunque, per scoprire che molti di loro sarebbero disponibili a lavorare e ad integrarsi nel tessuto sociale, se solo glie ne dessimo la possibilità. Anche in questo e nonostante i fondi europei a disposizione per i progetti di integrazione (l'ultimo bando è scaduto a metà aprile), il Comune di Teramo ha fallito, la Giunta Brucchi ha fallito, non ha neppure tentato. Altro che "città aperta": Teramo, per merito di questi incapaci (nel senso tecnico del termine: "non capaci") non è stata in grado neppure di coinvolgere questi ragazzi, molti dei quali aventi un grado culturale apprezzabile, in lavori socialmente utili (come invece hanno fatto altre realtà limitrofe), che avrebbero apportato grandi vantaggi alla città, in termini di vivibilità, e che avrebbero permesso loro di essere gratificati, superando quella diffidenza iniziale che gli abruzzesi hanno nei confronti di chiunque (anche solo laziale o marchigiano) e che cessa dopo qualche giorno di interazione. Teramo avrebbe estremo bisogno di simili attività: per tappare le buche delle strade, per tagliare l'erba, per fare manutenzione a parchi e giardini, per aiutare anziani e disabili, perfino per portare la spesa dal supermercato all'auto (cosa che oggi questi ragazzi fanno per un'elemosina mentre potrebbero farlo come servizio comunale, con maggior soddisfazione di tutti). Molti di loro sono abili artigiani, che potrebbero riparare gli arredi cittadini ed occuparsi di tanti piccoli lavori che nessuno riesce più a fare, compreso imbiancare le aule delle scuole o riparare giochi all'aperto, sedie, panche, durante l'estate. Invece di approfittarne e trarne beneficio, utilizzando quelle risorse europee che tornano al mittente, stiamo creando una frattura insanabile tra noi e loro, della quale prima o poi ci pentiremo. Inutile lamentarsi della loro presenza. Ci sono e ne arriveranno altri, come dimostra l'ultimo bando della Prefettura che porterà ulteriori 800 migranti nel territorio provinciale. Cambiare la politica migratoria, aiutando questi ragazzi nei paesi d'origine, è compito del Governo centrale. Occuparsi di quelli che sono in Italia, gestirli, integrarli, espellere i soggetti pericolosi e gratificare, in tal modo, le brave persone (come hanno già fatto molti paesi europei), è compito nostro. La differenza possiamo farla aiutando chi è animato da buone intenzioni a sentirsi parte della nostra comunità, ad apprezzare i nostri usi e costumi senza rinnegare i propri, ad isolare i delinquenti e i fanatici che inevitabilmente fanno parte di qualsiasi corpo sociale (ne abbiamo fin troppi dei nostri per preoccuparci dei migranti). Spiegare loro come funziona la nostra società, quali sono le nostre leggi e perché devono rispettarle se vogliono vivere qui, non è difficile, ma occorre impegnarsi, fare progetti, aver voglia di dialogare. Così come occorre mostrare fermezza nei confronti di chi pensa di potersi comportare male senza pagarne le conseguenze. Ce la faremo? Con una nuova Giunta, con nuovi politici, con una diversa gestione, potremmo farcela. Una cosa dev'essere chiara: o si cambia o andrà sempre peggio. Speriamo che i teramani l'abbiano capito. Gianluca Pomante Consigliere Comunale Arancione Coord. Regionale Abruzzo Civico