OPERAZIONE CASTRUM/ RIMANGONO "MUTI" MASTROPIETRO E IL MARITO, PARLANO INVECE I FRATELLI SCARAFONI E SPUNTA IL CASO DELL' EX SCUOLA ACQUAVIVA E DEI 25 INDAGATI
Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Maria Angela Mastropietro, dirigente del Comune di Giulianova, il marito, l'imprenditore Stefano Di Filippo indagati dell'operazione Castrum, l'inchiesta su appalti e corruzione al Comune di Giulianova che ha portato martedì scorso all'esecuzione di otto arresti su un totale di 25 persone indagate. Avrebbero invece risposto alle domande del gip Domenico Canosa, i fratelli Andrea e Massimiliano Scarafoni, interrogati anche loro nel carcere teramano di Castrogno assistiti dal loro difensore, l'avvocato Gennaro Lettieri. Dalla poche notizie trapelate, sembra che i due fratelli imprenditori avrebbero risposto a tutte le contestazioni mosse dagli inquirenti, fornendo la loro versione dei fatti, in un interrogatorio fiume che si sarebbe protratto per oltre sei ore. Una serie di accuse che vanno dal falso, alla corruzione per attività contraria ai doveri di ufficio, alla tentata corruzione, perché non sempre - secondo gli inquirenti - la Mastropietro e il marito sarebbero riusciti nel loro intento per il rifiuto delle persone alle quali avrebbero avanzato le proposte corruttive. Come sarebbe avvenuto nel caso del piano di recupero della ex scuola elementare Acquaviva in viale Orsini e la costruzione di un complesso residenziale costituito da due fabbricati da realizzare in via Thaon de Revel, interventi localizzati entrambi nella zona centrale di Giulianova Lido. Secondo le accuse, la dirigente Mastropietro avrebbe promesso alla società proprietaria della ex scuola e a quella titolare della richiesta di costruzione in via de Revel - entrambe riferite allo stesso gruppo imprenditoriale- di sbloccare l'iter edilizio e urbanistico, incagliato da tempo, in cambio della somma di 24mila euro più Iva quale pagamento per due consulenze del marito per le pratiche edilizie relative ai due interventi. Consulenze specifiche e mirate, che Di Filippo avrebbe potuto fornire grazie al fatto che la moglie gli avrebbe messo a disposizione i documenti custoditi nell'ufficio da lei diretto. L'imprenditore, però, avrebbe rifiutato la proposta e il tentativo di corruzione sarebbe andato a vuoto.
Tra poco sarà la volta degli indagati, tra i quali figura un noto vetraio di Giulianova e due fratelli geometri, consulenti che venivano utilizzati in varie operazioni le cui posizioni come quella delle oltre 20 eprsone coinvolte sono ancora tutte da chiarire.Da lunedì, o comunque entro i primi giorni della prossima settimana dovrebbero svolgersi gli interrogatori delle altre quattro persone arrestate, che però non si trovano in carcere, ma ai domiciliari. Sono l'ex assessore comunale, e attuale vice presidente dell'Ente porto, Nello Di Giacinto, indagato nella sua qualità di imprenditore; il presidente della società municipalizzata Giulianova patrimonio Filippo Di Giambattista (che dopo l'arresto si è dimesso dall'incarico), indagato per la sua attività di architetto, in particolare come progettista e direttore dei lavori della villa di Di Giacinto, la cui realizzazione, affidata alla dita di Stefano Di Filippo, è finita nell'inchiesta; Sergio Antonilli, collaboratore di Di Filippo; Carmine Zippilli, funzionario dell'ufficio attività tecniche e gestione del patrimonio della Asl di Teramo.