APPALTI E CORRUZIONE A GIULIANOVA/ GLI ALTRI INDAGATI NEGANO OGNI COINVOLGIMENTO NELL'INCHIESTA
Un'altra giornata di interrogatori, quella di ieri, per l'operazione Castrum, l'inchiesta sulle presunte tangenti al Comune di Giulianova che martedì scorso ha portato all'arresto di otto persone, quattro delle quali in carcere, mentre le altre sono ai domiciliari.
Ieri sono state sentite dal gip Domenico Canosa le quattro persone ai domiciliari: l'ex assessore comunale di Giulianova Nello Di Giacinto, l'ex amministratore unico della Giulianova Patrimonio (incarico da cui si è dimesso dopo l'arresto) Filippo Di Giambattista, il funzionario tecnico della Asl Carmine Zippilli e Sergio Antonilli, collaboratore dell'imprenditore Stefano Di Filippo, il marito della dirigente comunale Angela Mastropietro, la principale indagata nell'inchiesta.
Gli indagati hanno fornito la loro versione dei fatti respingendo le accuse. Nel caso di Di Giacinto e Di Giambattista, riguardano essenzialmente due episodi. Il primo si riferisce alla costruzione di un edificio di civile abitazione in via Ippodromo, a Giulianova Lido, di proprietà di Di Giacinto, di cui Di Giambattista (di professione architetto) era progettista e direttore dei lavori, mentre la ditta esecutrice era la Rima sas, società gestita di fatto da Di Filippo e dalla moglie. Secondo le accuse l'affidamento dei lavori alla Rima - per un importo di circa 200mila euro - sarebbe stata la contropartita offerta da Di Giacinto alla Mastropietro in cambio del permesso di costruire, tanto che ben prima che venisse rilasciato ci sarebbero stati già degli accordi tra Di Giacinto e Di Filippo sull'avvio dei lavori. Una volta iniziato il cantiere la Mastropietro avrebbe fatto indebite pressioni sull'acquedotto del Ruzzo affinché autorizzasse lo smaltimento delle acque di falda nella condotta fognaria. Al diniego del Ruzzo, la stessa Mastropietro, tramite la Giulianova Patrimonio, avrebbe fatto in modo di far scaricare le acque nei canali di scolo delle acque meteoriche a mare che in quel periodo erano stati chiusi per non compromettere la balneazione. L'altro episodio contestato - che riguarda Di Giambattista, un suo parente proprietario immobiliare, la Mastropietro e il marito - è relativo alla lottizzazione "Lido delle Palme", un'opera e dell'importo di circa 3 milioni.