Nel 2012 è stata introdotta l'incompatibilità tra eletti e incarichi professionali retribuiti nelle pubbliche amministrazioni. Ma in Commissione Bilancio alla Camera, impegnata sulla "manovrina", grazie agli emendamenti degli On.li Sanga (PD) e Tancredi (NCD) 143mila politici locali di tutta Italia hanno riacquistato di colpo il diritto al “doppio incarico”, quello di consigliere per il quale ricevono emolumenti e rimborsi dal proprio ente d’elezione e quello di consulente avvocato, geometra, progettista o ingegnere collaudatore.
Unico limite: non farlo nell’amministrazione in cui occupano la poltrona. "Ma basta andare in quella a fianco e l’incompatibilità, come per magia, non c’è più - commenta Sara Marcozzi, consigliere regionale M5S - Con tutti i problemi che ha il nostro Paese e la nostra regione, gli onorevoli in questione si preoccupano di rilegittimare il doppio incarico per i politici."
Il governo Monti, cinque anni fa aveva messo un freno al doppio incarico a garanzia del risparmio e del buon andamento delle pubbliche amministrazioni e agli eletti venne vietato per legge di svolgere incarichi professionali remunerati. Al massimo, potevano percepire il rimborso delle spese sostenute e gettoni di presenza non superiori a 30 euro ma limitatamente a quelli obbligatori per legge, come il revisore dei conti. Per il resto, niente incarichi.
"Forse quella regola di buon senso dava fastidio a molti, così nella prima versione della manovrina l’incompatibilità è stata rimossa. Mi domando quanti politici locali abruzzesi fruiranno di questo regalo" continua Marcozzi.
Se l'emendamento dovesse essere confermato dal voto della Camera, il consigliere o assessore che volesse svolgere incarichi di avvocato o progettista per un’amministrazione pubblica potrà farlo semplicemente in quella a fianco.
“La scelta di cancellare il divieto per le pubbliche amministrazioni di dare incarichi professionali retribuiti a quanti sono già titolari di cariche elettive in enti locali è una vergogna perpetrata in danno dei tanti professionisti, soprattutto giovani, che, nell'attuale periodo di crisi, si vedono ridurre le opportunità lavorative e di guadagno in favore dei rappresentati dei partiti. Chiediamo all'On.le Tancredi di fare un passo indietro e adoperarsi per ripristinare il divieto preesistente per evitare che gli incarichi vengano subordinati a logiche partitiche anziché di garanzia della buon andamento dell’amministrazione" conclude Marcozzi
