
Il teatro romano di Teramo è come Pompei. Teramo Nostra, i quartieri teramani e l'associazione Demos chiedono al Ministro dei Beni Culturali Franceschini di nominare un commissario che venga a Teramo per capire i termini del recupero del teatro romano. «Abbiamo scoperto che non c'è alcun progetto in essere - afferma Piero Chiarini di Teramo Nostra - non c'è nulla di concreto solo chiacchiere quelle di Brucchi. Questa vicenda ci mortifica perchè dopo otto anni stiamo ancora qui a parlare. Ma di che cosa? Abbiamo fatto accesso agli atti e non esiste niente di niente. Chediamo un commissario per vedere come mai dopo 22 anni ancora non si riesce a sbloccare questa situazione. La città ma anche tutto l'Abruzzo ha bisogno di questo bene inestimabile che noi abbiamo».
In merito all'incontro di questa mattina tenutosi con le tv e la stampa, presso la sede di Teramo Nostra, sulla questione relativa al recupero del teatro romano invito tutti a prendere nota della situazione emersa di seguito riportate e a formulare le dovute riflessioni.
Spiace dovere registrare, specie in questi ultimi anni, un decadimento sempre più crescente della città nei suoi vari aspetti : economici, sociali e culturali.
In tale ultimo contesto si innesta la vicenda relativa al recupero del teatro romano.
Essa è una problematica tanto annosa quanto poco chiara e conosciuta alla quasi totalità dei teramani, i quali attendono da decenni l’abbattimento dei due caseggiati che insistono sul vecchio anfiteatro romano. In attesa dei dovuti chiarimenti sulle anomalie ravvisate e sulle gravi incongruenze riscontrate nel procedimento amministrativo in ordine a tale recupero, per il quale è stata presentata una richiesta di accesso agli atti a firma dell’arch. Raffaele Raiola, e, della quale è stato interessato anche il difensore civico regionale, in cui è stato appurato che : a) che il progetto preliminare di recupero del teatro romano non è stato realizzato; b) che per tale ragione non potrà essere approvato alcun progetto definitivo; c) che l’incarico professionale all’arch. Bellomo è stato conferito, solo di recente, negli ultimi giorni del mese di maggio.
A mio parere, preliminarmente, occorre soffermarsi e formulare un’attenta riflessione sull’idea di cultura a Teramo e porsi la seguente domanda: “Teramo ha ancora una sua identità culturale o la sta perdendo ?”.
In tal senso, la questione irrisolta del teatro romano è emblematica e grida vendetta, in quanto, nel corso di tutti questi anni, testimonia la evidente miopia politica e l’incapacità di far crescere il centro storico e di ridare alla città la fruizione di spazi archeologici e culturali nascosti che potrebbero essere fonte attrattiva per turisti, e fonte di sviluppo e di ricchezza per operatori economici e fonte di riqualificazione e di decoro urbano.
Avere una reale idea di cultura a Teramo, pertanto, non significa cadere nella trappola “limitante” che ci vede quali meri operatori impegnati nel realizzare o promuovere fiere o eventi di intrattenimento con la sola finalità di incentivare la consumazione di prodotti tipici e la somministrazione di bevande, per dare ossigeno alle tasche degli esercenti commerciali sempre più oberati dal pagamento di tasse e imposte, ma significa assumere una visione più ampia e complessa. La cultura vera e propria passa, innanzitutto, attraverso il recupero e la creazione di spazi aperti che possono dare la possibilità a cittadini di socializzare e ad associazioni di svolgere attività culturali e ricreative anche in siti archeologici di interesse storico idonei ad ospitarli. Liberare il teatro romano, quindi, dai due caseggiati che, ad oggi, deturpano e penalizzano terribilmente la visuale del centro storico, celando le caratteristiche peculiari dell’antico anfiteatro, significherebbe di fatto cambiare il volto del centro della città che si doterebbe così, nel suo cuore pulsante, a pochi metri dalla sua piazza principale, di un’area archeologica di assoluto pregio aperta e fruibile dalla intera collettività. Dote, peraltro, che solo pochissime città in Italia sia a livello artistico che a livello di patrimonio monumentale possono rivendicare. Detto questo, l’auspicio che sento pubblicamente di formulare a nome dell’Associazione Coordinamento dei Comitati di Quartiere di Teramo della quale sono onorato di essere stato eletto Presidente e a cui aderiscono: Comitato di Quartiere Cona, Fonte Baiano e Piano Solare, Comitato di Quartiere Villa Mosca, Comitato di Quartiere San Berardo, Comitato Promotore Costituzione Consiglio di Quartiere San Nicolò, Comitato Promotore Costituzione Consiglio di Quartiere Colleatterrato-Villa Pavone e l’Associazione Culturale Scapriano che rappresento, e delle libere Associazioni operanti sul territorio: Teramo Nostra, Demos, Teramo Città Solidale & Cittadinanza Attiva, Val Tordino ONLUS e Liberi cittadini 5 stelle, è quello di poter instaurare un reale e fattivo rapporto di dialogo con l’amministrazione, con gli enti istituzionali sovra ordinati, con gli enti preposti e con tutti coloro che hanno come interesse generale il bene della nostra città, finalizzato alla soluzione definitiva della problematica sopra esposta nei tempi più brevi possibili, in un’ottica di una effettiva e proficua collaborazione.
F.to Giuliano LUCENTI
Presidente Coordinamento dei Comitati di Quartiere di Teramo