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425mila euro. in tre anni. tanto ha speso la TeAm in avvocati durante la gestione Ranalli. 425 mila euro, in tre anni. E forse anche di più. Anzi: di più, perché questi sono solo gli esiti delle consulenze offerte alla Teramo Ambiente dagli avvocati, per così dire, “principali” utilizzati, ovvero Piergiuseppe Venturella (217mila euro) e Massimo Pallini (208 mila euro), ma la TeAm ha anche assegnato incarichi agli avvocati Aldo Ambrogi, Lorenzo Del Federico, Pietro Referza, Lucio Massignani, Sara Di Gialluca e Maria Teresa D’Antonio, per servizi di patrocinio legale o di consulenza giudiziale e stragiudiziale. Testimonianza, questa del numero degli avvocati a libro paga, di un’estrema “litigiosità” contraria alla Teramo Ambiente, visto che si tratta nella quasi totalità dei casi di procedimenti che hanno visto la TeAm quale convenuta, perché oggetto di denunce, esposti o ricorsi. Cause, ovviamente, che non risalgono tutte alla gestione Ranalli, ma che sono figlie anche delle gestioni precedenti. Dato, questo, che a conti fatti ha poco interesse, visto che tanto a pagare sono sempre i cittadini. Ranalli, al proposito, amava sottolineare come la TeAm, con questi consulenti, non abbia mai perduto cause e, qualora si fosse presentato il rischio di soccombere in giudizio, abbia raggiunto accordi transattivi favorevoli. Però, dal bilancio della partecipata sono usciti 425mila euro. Tanti? Pochi? La pubblicazione da parte di certastampa.it della nomina dell’avvocato Pelillo, 39mila euro l’anno invece dei 30mila dei consulenti precedenti, ha scatenato una serie di reazioni tra i corridoi della TeAm. C’è stato, infatti, chi si è affrettato a sottolineare come quello allo studio Pelillo sia un incarico vantaggioso per la TeAm, perché più economico (in quanto ricomprensivo di più voci), e chi invece ha voluto al contrario sottolinearne il costo in partenza più alto. Come stanno le cose? Va detto, che le somme pagate a Venturella e Pallini sono frutto delle parcelle relative alle varie cause gestite. Funziona così: gli avvocati hanno un loro fisso relativo all’incarico, ma poi fatturano anche tutte le attività relative alle singole cause. Farà così anche lo Studio Pelillo, che infatti ha concordato di praticare uno sconto del 10% sul tariffario minimo professionale. Però, le cause saranno fatturate a parte e il costo di partenza è più alto. E fatturerà anche l’avvocato Andrea De Lauretis, altro consulente nominato nel dopo Ranalli, ma sull’importo di questo incarico non è possibile sapere nulla, visto che la TeAm non pubblica l’atto di conferimento. E a proposito del conferimento: quello relativo allo studio Pelillo è pubblicato, ma mancano pagine e righe (anche quella sul dettaglio dei compensi). La logica della trasparenza è quella di consentire ai cittadini di sapere, non di intuire. Ma adesso, di certo, le cose cambieranno…visto cha la TeAm ha un nuovo addetto stampa, che di certo s’impegnerà anche a garantire massima trasparenza agli atti. A cominciare, magari, proprio da quello relativo alla nomina dell’addetto stampa, che sul sito non c’è ancora.