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«Quattromila euro di spazzatura. Quattromila...come faccio a pagarli? Quanto credono che lavori il mio parco giochi? E soprattutto: io la spazzatura non la produco, non faccio differenziata e non sono mai venuti a raccoglierla...». Parole di Gilberto Catellani, il più noto giostraio teramano, titolare del parco giochi che ha visto crescere generazioni di teramani. Prima i padri e poi i figli. «Sono cinquant'anni che vivo a Teramo, sono teramano a tutti gli effetti, ma adesso mi sento straniero in questa città che non sembra volermi più lasciare la possibilità di vivere...». La storia di questo ottantenne comincia infatti 50 anni fa, quando arriva a Teramo con le sue giostre e apre il primo parco giochi. Sarà però "alla fine dei Tigli", che diventerà il luogo geografico del divertimento di tutti i bambini, fino a quando il Comune, in vista dei lavori del Lotto Zero e delle successive sistemazioni stradali, non decide di mandarlo via. «Vai alla Gammarana, perché quello è il futuro di Teramo - mi disse l'assessore Rabbuffo - e io andai alla Gammarana, sistemai l'area, feci allacci e tutte le sistemazioni a norma di legge...alla fine, ci ho rimesso 50mila euro, perché non era una zona frequentata». Così, il parco giochi si sposta ancora, e finisce sotto le piante dei giardini di Porta Madonna, davanti al Tribunale, a ridosso del parco giochi pubblico. Catellani sistema la sue giostrine e i suoi gonfiabili, una casettina per i gettoni. «Non è un grande parco, cerchiamo di andare avanti come possiamo, io ormai ho 80 anni, non posso fare moltissimo, ma ci siamo e vogliamo restarci, anche se il lavoro è diminuito moltissimo, i bambini di oggi hanno altri giochi, e poi l'estate vanno tutti al mare e Teramo si svuota, d'inverno fa freddo...». Poi, la sorpresa: «Quando mi hanno concesso quest'area - racconta Catellani - mi hanno detto che avrei dovuto pagare solo l'occupazione di suolo pubblico e basta...invece, adesso vogliono pure la spazzatura...quattromila euro per il 2011 e 2012, non l'avevano mai fatto e adesso tutta insieme...e poi arriveranno tutti gli altri anni, ma io come faccio a pagarla? E poi, perché devo pagarla se non la produco e non vengono a ritirarla?»