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Sono cinque i candidati alla superpoltrona da 105mila euro di stipendio annui al Ruzzo. Cinque ingegneri che hanno presentato il loro curriculum per la selezione che porterà alla nomina del nuovo responsabile della depurazione, benché alla redazione di certastampa risulti che il precedente, dato per pensionato nel bando, non sia ancora andato in pensione, ma ci possa andare solo tra due anni. E di questo, magari, ci piacerebbe avere il conforto di una spiegazione ufficiale. Perché, se così fosse, se cioè non fosse ancora andato in pensione il precedente responsabile, perché assumerne uno nuovo? E poi, alla luce dei conti del Ruzzo, serve davvero spendere questi 105mila euro? Detto ciò, torniamo al bando. I candidati, come detto, sono cinque. Tutti ingegneri, qualcuno con competenze specifiche, altri con minore esperienza, ma tra loro c’è il nome del nuovo superdirigente. Si tratta di Stefano Diano di Lanciano, che sta partecipando anche alla selezione per il direttore generale del Sasi, l’ente che garantisce l’acqua a 300mila a Lanciano; Alessandro Rotta di Formia, Silvia Di Croce di Notaresco, che è ingegnere dell’Eni, Sabatino Falasca di Roseto, dirigente tecnico del Consorzio di Bonifica Nord e Pierangelo Stirpe, ex dirigente della Teramo Ambiente (che ha consegnato la domanda a mano venerdì), sul quale abbiamo già riferito, in altro articolo (qui) di come i rumors delle malelingue teramane lo dessero ampiamente favorito, in quota Gatti. Solo malelingue, ovviamente. Scatenate in queste ore. Ma vanno placate. perché queste cose non succedono al Ruzzo, dove adesso comincia la fase di valutazione dei candidati e poi si procederà alla nomina del nuovo dirigente.