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maurochilanteCittadinanza Attiva scrive a Regione, Comune, Asl e Provincia ed entra nel dibattito sul nuovo ospedale di Teramo inviando una lettera aperta ad un lungo indirizzario:

 

Al Sig. Sindaco di Teramo
Dr. Gianguido D’Alberto

Al Direttore Generale della ASL
Avv.to Roberto Fagnano

Al Presidente della Provincia
Dr. Diego Di Bonaventura

All’Assessore Regionale
Dr.ssa Nicoletta Verì

All’Assessore alla Partecipazione
Dr.ssa Sara Falini

All’Assessore all’Urbanistica
Avv.to Stefania Di Padova

Al Consigliere
Dr. Vincenzo Cipolletti

Oggetto: Ipotesi di costruzione del nuovo Ospedale di Teramo – Lettera aperta.
Gentilissime/i,
da alcuni mesi leggiamo che si è acceso il dibattito attorno alla ipotesi di costruzione del nuovo Ospedale di Teramo ed alla sua collocazione.
Sappiamo, è inevitabile, che un progetto di questo genere non potrà non portare allo svilupparsi di fenomeni speculativi urbanistici tipici di questo tipo di iniziative. Ma non è su questi aspetti che intendiamo soffermarci, anche se sarà opportuno tenerli presenti sullo sfondo.
Ciò che ci interessa sottolineare e sollecitare è che una scelta di questo tipo non può non implicare il coinvolgimento dei cittadini.
Ci pare, tuttavia, che questo stia avvenendo in modo spontaneo e, per questo, molto poco produttivo ai fini di una scelta realmente consapevole; si stanno ingenerando confusione e false aspettative.
Già in passato abbiamo avuto modo di sottolineare a Codesta Amministrazione Comunale che dovrebbe essere lei a guidare i processi di coinvolgimento delle formazioni sociali dotandosi di uno strumento stabile di consultazione delle istanze cittadine ed abbiamo proposto di sposare, è un’ipotesi, il modello dell’Urban Center, che non è un Centro Sociale (cioè un luogo fisico nel quale riunirsi) ma è l’insieme di tutte le Associazioni e formazioni sociali disponibili, coordinate da un Consiglio Scientifico e da un Presidente liberamente eletto. Un organismo del quale il Comune dovrebbe essere “socio promotore” e fondatore.
In ogni caso, Urban Center o meno, non ci pare che il dibattito si stia espletando nel migliore dei modi e questo perché i cittadini che lo hanno avviato stanno vedendo le Amministrazioni come “controparte” delle Associazioni che li rappresentano; mentre uno dei fondamentali attori pubblici, la ASL, non si pronuncia e resta totalmente estranea alla vicenda, rendendo il dibattito monco e praticamente inutile. Anche la Regione, poi, si muove del tutto autonomamente, così ci sembra, e propone piani regionali che avrebbero dovuto prima essere discussi e, se possibile, condivisi almeno con le Amministrazioni interessate ma anche con le Associazioni maggiormente rappresentative.
Non solo, ma, almeno per quello che le notizie giornalistiche riportano, le Associazioni teramane si stanno muovendo in carenza di studi preliminari obiettivi e complessivi che mettano a confronto le diverse ipotesi sulla base di una seria analisi della accessibilità in genere dei luoghi, a cominciare da quella dei cantieri ipotizzati, della mobilità urbana, di analisi costi/benefici assolute e su possibili e diverse ipotesi di coinvolgimento dei privati (non esiste soltanto il project financing ma anche, ad esempio, il leasing in costruendo).
Ci parrebbe perciò corretto suggerire che il Comune assuma senza ulteriori indugi l’iniziativa ed insieme alla ASL comincino, a brevissimo, un percorso comune e trasparente e realizzino e propongano il prima possibile alla cittadinanza (il coinvolgimento, ripetiamo, lo riteniamo necessario) studi tecnici realizzati sulle aree ipotizzabili. Questo per poter operare INSIEME e con cognizione di causa, la scelta più idonea.
Un principio di carattere generale che dovrebbe essere tenuto in conto dalla ASL, in forza della sua natura territoriale provinciale, ed anche da parte del Presidente della Provincia e dell’Ente Regione, è quello, in particolare, di considerare che allontanare dalle zone interne un presidio fondamentale come l’ospedale, significherebbe intensificare il fenomeno dell’abbandono. Questo anche per facilitare quella prossimità dei servizi che dovrebbe sempre più svilupparsi sul territorio insieme con il tessuto delle farmacie, dell’assistenza a domicilio, ecc..
La sicurezza sismica (e non solo) è, inoltre, un altro principio generale che non può più essere trascurato e rinviato stante la situazione di rischio imminente nella quale la nostra zona versa (lo dicono le dichiarazioni del Presidente dell’INGV). C’è necessità di un’azione sollecita che, porti a stabilire la riutilizzabilità di ciò che delle attuali strutture potrebbe essere ristrutturato con il posizionamento in esse, di servizi che attualmente mancano sul territorio o hanno necessità di essere riposizionati.
Ci pare, quindi, sia giunto il momento che le amministrazioni, Comune in testa, rompano gli indugi e siano sollecite nel commissionare e predisporre gli studi preliminari e nel condividerli subito dopo con i Cittadini.
Parimenti e contemporaneamente, ci aspettiamo di leggere e discutere circa le prospettive di rilancio della sanità teramana, che oggi non brilla certo, sia nei programmi della ASL che in quelli della Regione Abruzzo e ci aspettiamo che questo avvenga pubblicamente in nome del principio della trasparenza.
Insomma l’invito di Cittadinanzattiva Teramo è che il Comune assuma il ruolo di capofila e si eliminino le incertezze e le attese più o meno “strategiche”; che si cominci a lavorare concretamente alle diverse ipotesi dando innanzi tutto la parola agli studi di un tavolo tecnico plurale che coinvolga anche gli Ordini professionali.
Restiamo in attesa di conoscere gli intendimenti delle Amministrazioni.

Cordialità.

Mauro Chilante