Dallo scorso 23 gennaio (data del fallimento dell’azienda) i 50 lavoratori della VECO di Martinsicuro non percepiscono nessun reddito.
Il Ministero del Lavoro non ha ancora approvato la cassa integrazione per cessazione e ciò impedisce all’INPS di mettere in pagamento questo ammortizzatore sociale. Paradossale che il Ministero stia impiegando così tanto tempo per approvare una cassa integrazione il cui verbale di accordo è stato condiviso dal Ministero stesso. Verbale firmato lo scorso 24 aprile quando, dopo innumerevoli pressioni, si è finalmente riusciti ad ottenere l’incontro necessario. Ma a più di un mese da quella firma nulla si è mosso.
Inutile descrivere cosa significhi per questi lavoratori e per le loro famiglie tentare di sopravvivere da 5 mesi senza soldi. Famiglie che oltre al danno della cassa integrazione che non arriva, vivono la beffa di non poter accedere a nessun altro sostegno: avendo, in teoria, un ammortizzatore sociale attivo, gli è impedito di chiedere qualsiasi bonus sia nazionale che regionale.
Si è arrivati, addirittura, a dover ricorrere alla solidarietà di un’associazione di volontariato che ha distribuito pacchi alimentari. Pacchi consegnati a chi ha il diritto, sancito dalla legge, di percepire un sostegno economico che gli eviti l’indigenza. Un diritto però che rimane solo sulla carta perché “tempi tecnici e burocrazia” stanno condannando alla povertà questi lavoratori.
Per queste ragioni domani, giovedì 28 maggio, dalle ore 9.30 alle ore 12.00, si terrà a Teramo, in largo San Matteo, un presidio di protesta. Nel corso del presidio verranno illustrate le nuove azioni di lotta che saranno messe in campo nei prossimi giorni a sostegno di lavoratori le cui storie rischiano di passare dalla cronaca sindacale alla cronaca nera.
Le Segreterie Provinciali di Teramo FIM CISL – FIOM CGIL