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COSTANTINICOVIDGli allevatori abruzzesi, e non solo, sono stati duramente colpiti da questo lungo e complesso periodo di emergenza sanitaria. Al danno poi si è aggiunta anche la beffa visto che, né il Governo nazionale, né quello Regionale, hanno intrapreso alcuna azione a favore del nostro mondo! Ci troviamo così oggi, all’avvio della fase due, a dover fare i conti con vecchi e nuovi problemi che rischiano così di dare il “colpo finale” al settore dell’allevamento che rappresenta, malgrado in tanti sembra se ne siano scordati, un pezzo di storia del nostro Abruzzo e dell’Italia intera.

Per cominciare siamo a fine maggio, ma AgEA (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) ancora non finisce di pagare agli allevatori il saldo della PAC (Politica Agricola Comune). Al momento, ma siamo nel mondo delle ipotesi, si parla di possibili anticipi da parte dell’agenzia, ma di certo non vi è ancora nulla.

I prezzi del nostro settore, dopo questa crisi generale, sono poi in caduta libera tanto che siamo tornati a livelli toccati solo negli anni ’30. Solo per fare qualche esempio il latte, il cui prezzo era già basso di suo, ora nemmeno si riesce a vendere. I prezzi delle carni ovine sono ai minimi storici, anche a causa della sospensione dell’attività di ristoranti, agriturismi e affini. Drammatica è poi la situazione della lana che, prima della pandemia, veniva venduta a 20 centesimi al chilo, mentre oggi non la vuole più nessuno e, anzi, chiedono addirittura di esser pagati per tosare le pecore, una cosa mia successa prima!

Sono infine letteralmente schizzati alle stelle i prezzi per lo smaltimento degli animali morti. Prima dell’emergenza ci volevano 25-30 euro a capo, oggi siamo ai 70-80 euro e così, oltre al danno di aver perso un animale, bisogna sostenere pure dei costi improponibili!

Infine in Abruzzo si fa sempre più stringente la problematica legata all’aumento negli ultimi anni dei cosiddetti “terreni bruciati” dove, per legge, non possono essere realizzati i pascoli. Quindi, anche in vista dell’estate e della ripresa dell’attività di molti allevatori c’è il rischio che tanti di noi non trovino i terreni sui quali far pascolare le pecore visto che gli speculatori del nord Italia si sono accaparrati, grazie ad una maggiore forza contrattuale, i terreni migliori favorendo un aumento insostenibile dei canoni di affitto per gli storici pastori abruzzesi.
Voglio quindi lanciare un appello affinché i governi, nazionale e regionale, si attivino con iniziative e proposte serie e concrete a sostengo del nostro settore. Non vogliamo promesse mirabolanti, piani shock o soldi a pioggia, ma progetti concreti a sostegno degli allevatori, con finanziamenti certi e rapidi, ma soprattutto una nuova programmazione di questo settore che tenga conto delle esigenze di chi vi lavora, e non sia quindi “calato dall’alto” da burocrati che non sanno nemmeno come è fatto un pascolo!

Una delle prime iniziative da fare per sostenere il settore è la revisione, entro un paio di anni, della PAC così che venga realmente in aiuto della categoria, senza penalizzare gli allevatori locali a tutto vantaggio di chi viene da fuori o chi ha grandi numeri, andando così a stritolare gli operatori abruzzesi e teramani. Chiediamo poi una politica dei prezzi che renda sostenibile e remunerativo portare avanti questa attività, perché non è giusto che scompaia a tutto vantaggio di chi vuole solo fare business a tutto svantaggio degli storici allevatori che portano avanti questa attività da generazioni! Servono proposte serie e concrete, altrimenti dell’allevamento abruzzese resteranno solo i racconti e la nostalgia di un mondo antico che non c’è più perché è stato spazzato via da multinazionali e gruppi di potere!

 

Battista Caterini – Allevatore