"Ci sono difetti progettuali che hanno favorito, in larghi tratti, il rifacimento dei marciapiedi utilizzando il tramite della ciclo-pedonale, non adatto a una qualsiasi forma di cicloturismo. E mancano ancora due ponti importanti, che costringono a pedalare sulla statale 16 con tutte le conseguenze derivanti, mentre quelli realizzati in legno necessitano di manutenzione urgente. Con un tracciato quasi sempre molto stretto". E' il giudizio del presidente regionale di Cna Turismo, Claudio Di Dionisio, accompagnatore ciclo-turistico, sullo stato attuale della pista ciclabile lungo la costa abruzzese. Dopo aver percorso il tratto compreso tra Francavilla al Mare e San Salvo (Chieti), ha ispezionato in sella alla sua bici anche il tratto nord, nella provincia di Teramo. "Sono partito in treno dalla stazione di Francavilla al Mare (Chieti) e sceso a Porto d'Ascoli (Ascioli Piceno) dopo circa 45 minuti. In bici ho raggiunto Martinsicuro (Teramo); percorrendo per pochi chilometri la Riserva della Sentina, poi
purtroppo si deve transitare sulla statale 16 perché il ponte sul Tronto ancora non esiste". "Arrivato al molo nord di Martinsicuro - spiega Di Dionisio - dopo solo 750 metri la prima interruzione, che per circa 500 metri costringe ad andare sulla strada. Tornato sulla pista, sul marciapiede, percorro i primi 13 km senza grandi difficoltà
restando sulla ciclo-pedonale che si sviluppa fra marciapiede e lato parcheggi auto, fino a Tortoreto. Marciapiede per altri 3 km, con auto parcheggiate perpendicolarmente alla pista, poi il primo ponte sul Salinello, ben tenuto e scenografico. Al chilometro 19, territorio di Giulianova, la pista lascia il lungomare e continua sul lato ferrovia: altro ponte sul fiume Tordino, ben organizzato, ma con alcune tavole divelte che non lo rendono molto sicuro". A Cologna Spiaggia, in territorio di Roseto degli Abruzzi, "la pista, con alcuni salti lato strada carrabile, conduce alla riserva naturale del Borsacchio dove corre dal lato della ferrovia su strada brecciata bianca. Unico
neo, la dimensione della carreggiata che non supera il metro per ogni senso di marcia". "Roseto accoglie - racconta ancora Di Dionisio - con il suo lungomare dopo circa 25 chilometri dalla partenza: la pista si alterna fra lungomare dedicato, zona centrale del marciapiede e di nuovo area dedicata, con un'azzeccata tecnica costruttiva che permette di separare i pedoni dai ciclisti. Al 28/o chilometro la pista torna sulla strada e al 29/o interruzione totale in corrispondenza con il Vomano: il ponte finanziato con 2,4 milioni di euro non è ancora terminato e si è costretti a tornare sulla statale 16, per rientrare successivamente a Scerne di Pineto dopo circa 3 chilometri".
"Bello il primo tratto, anche se su marciapiede - descrive - ma poi dopo circa 5 chilometri la pista finisce: la strada mostra un segnale di divieto d'accesso e non si sa come procedere.
Resto sul marciapiede in mezzo ai pedoni e dopo poche centinaia di metri riappare la pista che mi porta a Pineto attraverso passaggi davanti a campeggi e spiagge molto frequentate. Intravedo il primo segnale della Ciclovia Adriatica che mi accompagna fino alla pineta. Siamo al 38/o chilometro e questa è
sicuramente la parte più bella e intrigante di tutto il percorso nord del Bike to Coast: pista in terra battuta che ci accompagna per circa 2 chilometri fino all'ingresso dell'Area
marina protetta Torre di Cerrano, che si percorre con bici a mano". Di nuovo in sella si arriva nel territorio di Silvi Marina: "Dopo un pezzo di pineta da percorrere in sella, dopo
aver oltrepassato il ponte sul Cerrano, la pista continua ancora per un po', ma nel centro di Silvi sparisce. Dal 42/o al 45/o chilometro la pista non esiste e si percorre la strada comunale fra le auto, con forti rischi. Dopo il centro residenziale 'Le Dune', dopo essere rientrato sulla statale 16, di nuovo si interrompe in attesa della costruzione del ponte sul torrente Piomba, finanziato con 2 milioni di euro e ancora non completato".