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BETAFENCEFIACCOLATALa celere convocazione per il 1° settembre dell’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico per la vertenza Betafencedi Tortoreto è sicuramente una buona notizia, frutto dell’importante mobilitazione sindacale che va avanti da due settimane per scongiurare la perdita di 300 posti di lavoro (155 diretti ed altrettanti dell’indotto).

La convocazione però prevede che la riunione si svolga in videoconferenza, sarà per cui impossibile incontrare fisicamente chi ha preso questa sciagurata decisione di chiudere una fabbrica che guadagna e lavora delocalizzarel’attività in Polonia, così come non sarà possibile incontrare gli esponenti del Ministero che dovranno dire chiaramente che, su questa scelta, la Betafence dovrà tornare indietro.

Saremo quindi costretti a discutere temi delicati e difficili, con conseguenze potenzialmente drammatiche, davanti lo schermo di un computer, con gli interlocutori aziendali che, da Londra, avranno gioco facile nello sfuggire davanti alle loro responsabilità. 

Andrà approfondito infatti, numeri alla mano, un piano industriale che prevede la delocalizzazione in Polonia, ma che non ha nessuna logica né sostenibilità economica, in particolare per il gruppo PRAESIDADil cui rating dimostra l’incapacità per andare in questa direzione. Così come si dovrà discutere della speculazione finanziaria che si cela dietro la manovra annunciata lo scorso 29 luglio e delle responsabilità del fondo CARLYLE di Marco De Benedetti. E si dovrà discutere di un eventuale futuro del sito anche senza la Betafence, in particolare alla luce degli interessamenti per l’unità produttiva di Tortoreto che paiono essere diversi.

Tutti temi che non è possibile trattare davanti lo schermo di un computer: non si può gestire la vita della persone come se fosse un videogame. 

Per questo chiediamo a tutta la politica locale di impegnarsi,tanto quanto ha già fatto per avere celermente la convocazione, affinché la riunione si faccia in presenza ed al Ministero chiediamo di rivedere al più presto questa posizione perché si consenta, tra l’altro, anche a tutti i lavoratori che all’incontro non parteciperanno, di poter tenere un presidio davanti ai palazzi ministeriali per far sentire la voce di chi rischia di vivere sulla propria pelle le conseguenze, potenzialmente pesantissime, di questa vertenza.

E se tutto ciò non sarà possibile, considerato che solo al Ministero la “normativa Covid” parrebbe impedire di incontrarsi fisicamente, proponiamo che la riunione venga convocata in una delle tante discoteche che ogni sera, legalmente, ospitano migliaia di persone: un incontro sindacale con 20 persone non sarà certo più rischioso dello show di “un’artista” da tutto esaurito.